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giovedì 14 aprile 2011

La crisi da occidente ad oriente....

Oggi viviamo in un tempo pieno di crisi di ogni sorta e genere:
  • Crisi Ambientale: Dovuta all'inquinamento e ai suoi effetti a livello globale
  • Crisi Sociale: Dovuta ad un isolamento dei singoli e alla perdita della consistenza della rete sociale
  • Crisi Politica: Dovuta alla caduta di valori nel confronto politico e alla depauperata coerenza di azioni
  • Crisi Economica: Dovuta alla competizione senza riguardi del prossimo, e alla mancanza di equità nella distribuzione delle risorse primarie
  • Crisi Migratoria: Dovuta al sovra-sfruttamento delle risorse senza l'equa redistribuzione di queste stesse risorse
  • Crisi Morale (o dei valori): dovuto ad uno scorretto uso dei sistemi di comunicazione e tecnologici con l'apporto di Business "creativo" e di sfruttamento massivo (un esempio sono i programmi televisivi)
  • ecc.

Tutto queste crisi messe insieme mettono ogni singolo essere umano di fronte a continui segnali di pericolo, stati di tensione a cui il singolo non ha nessuna possibilità di fare nulla.

La cosa che ancora di più incide nell'aumento dello stress generale di una persona è la prospettiva che è portata dai così detti mass-media.

Lo sconforto personale arriva fino al confine del sopportabile, e quasi si arriva a sperare che tutto finisca nel più breve tempo possibile, alcuni arrivano a sperare la fine del mondo.... ed ecco spiegato, molto semplicemente, il dilagante successo delle teorie sul 2012.



Chiaro è, che lo stress produce intolleranza nei confronti di ciò che in generale può disturbarci, e anche piccole cose, diventano oneri pesantissimi per il nostro stato psicologico e sociale, portandoci ad uno stato "sull'orlo di una crisi di nervi".
Tutto questo porta poi al fatto che nel momento in cui si cade nella "crisi di nervi", le azioni diventano esagerate, oltre che controproducenti al nostro sopravvivere in questa società.

Ora immaginate che invece di parlare di un singolo si parli di un insieme di persone, per rappresentare meglio la situazione immaginiamo uno stagno.
L'acqua è completamente calma.
Se si lancia un sasso nello stagno questo creerà onde concentriche che prima o dopo spariranno.
Ora immaginate che lo stagno sia bombardato da microscopici sassi, per quanto piccoli ad un certo punto lo specchio dello stagno sembrerà un mare in tempesta.
Qualsiasi cosa prima galleggiasse precariamente sulla sua superficie, ora colerà a picco.

Bene, i sassi che creano il mare in tempesta sono le azioni esagerate di chi perde la pazienza, e le cose che cadono a picco sono ulteriori esseri umani che entrano sull'orlo della crisi, creando così nuovi proiettili pronti a essere sparati contro il nostro stagno, in un ciclo quasi infinito e che produce ingenti danni sia sociali, economici, ambientali, ecc., ingrossando le crisi e producendo un effetto a catena che non è interrompibile, se non con una forza di volontà molto grande e dei principi saldi e fermi.... cosa che oggi pare utopistica... specialmente se ascoltiamo i mass-media come tv e giornali.


Molti saccenti commentatori dicono che questo è un periodo unico, e questi effetti non si sono mai avuti prima nella storia umana.... mai affermazione fu più falsa...

Immaginate di tornare all'antico impero romano di occidente, poco prima della sua caduta, nel 476 dopo Cristo.... bè in quel periodo la morale comune era allo sbando, così come l'economia, le infrastrutture, non manutenzionate producevano elementi tossici nell'acqua (es. Piombo) e le fogne comuni si interrompevano, creando contaminazioni e pestilenze...come credete che loro si sentissero? Non era forse la fine del mondo per loro?

E ancora : in Cina hanno avuto nove cambi di dinastia imperiale, e per ognuna il passaggio portò guerra, morti, carestie, e fu dovuta a incuria, decadenza e cattivo uso delle conoscenze acquisite... in alcuni periodi si parla addirittura di genocidi, disastri ecologici su larga scala e siccità da apocalisse... come credete che loro si siano sentiti? 

Eppure dopo ogni passaggio prima o dopo è tornato il benessere o perlomeno una situazione di stabilità.

E come può tornare la stabilità o addirittura il benessere in una società che viene rasa al suolo (moralmente e/o fisicamente)?

Dai valori.. ovvero da quei pilastri a cui emotivamente ci leghiamo al fine di poter avere una bussola su dove andare quando dobbiamo prendere una scelta.
Questi valori si apprendono spesso dai genitori, a volte da maestri o insegnanti, raramente da fonti di divulgazione sociale (i mass media per intenderci).
I valori di una società precedente li troviamo evoluti nella società successiva, ad esempio: il concetto di cittadino che troviamo nella società Romana, lo ritroviamo nella comune di Parigi più di mille anni dopo, che evolvendo ci porta alla considerazione di uguaglianza e libertà che abbiamo oggi.

Quindi se sperate in una fine del mondo con un azzeramento di tutti i valori, scordatevelo!

La cosa ancora più interessante è il senso critico di una società e il suo andamento: oggi tendiamo a criticare cinicamente tutto ciò che non capiamo, attribuendogli spesso giudizi morali.
Nel momento in cui facciamo questo cadiamo nell'irrazionale, finendo ad essere "bacchettoni" di un scientismo da bar, ma se andiamo indietro di soli 10 o 15 anni, ci accorgeremmo che la società  guardava alla novità, certo con diffidenza, ma anche con curiosità e una certa dose di apertura....
Andiamo a confrontare questo andamento con il passato e ci accorgeremmo che ad ogni caduta delle società passate la cosa si ripete, esempio ne è il passaggio dalla romanità al medioevo, o dal periodo dei regnanti alla comune di Parigi, ecc....

La questione se pare di tipo sociologico, in realtà proviene dalla psicologia del singolo, ovvero ogni soggetto posto sotto un certo tipo di stress negativo induce altri soggetti a stress negativo, come una forma pandemica.
Si potrebbe quindi dire che la società occidentale inizia a decadere nel momento che pensa che il suo scopo sia terminato... ovvero con il crollo dell'ex-URSS.
Qui non vorrei approfondire troppo, non mi sembra il luogo più idoneo, teniamo per il momento buona l'idea che il senso negativo di stress" da "fine del mondo" sia in realtà "contagioso".

Immaginate che siete vecchi e che state vivendo peggio di quando eravate giovani, in una situazione come quella vissuta oggi come vi comportereste?

Ovviamente la prima azione è accaparrare quanto più potete, anche fregando al vostro vicino e ai vostri figli il pane... successivamente cerchereste un posto comodo, magari di comando che difendereste a spada tratta, in questa maniera vi siete assicurati teoricamente la sopravvivenza... ma a che prezzo?

Che se realmente c'è la fine di una società, avete aumentato il precariato giovanile, stasi economica, inquinamento ambientale, ossia avete appena acuito le crisi che vi avevano portato a questo comportamento.

Inoltre sentendo dell'acuirsi della crisi la corsa all'accaparramento aumenterebbe da parte di chi ha già fatto incetta.....

E se non ci fosse realmente la crisi?
Sareste al pari di uno che con un fiammifero si avvicina a sterpaglia.... ovvero un incendiario di crisi.....

In poche parole se il mondo sembra sull'orlo del collasso, e lo è veramente, è perchè gente che già aveva, ed aveva vissuto, ha ostruito i posti che competevano ad altri.....
Risultato : creare una nuova generazione di gente in grado solo di accaparrare le briciole rimaste.....
Pensate al periodo tra il 1920 e il 1930 in Germania: vecchi signori con i loro cilindri e frack governavano una repubblica piena di debiti e disequità, ad un certo punto un certo Hitler accusa questi signori e convince i giovani che esiste una via di potere, di salvezza, risultato?
La Germania Nazista che fece più di 16 milioni di morti nei campi di concentramento........e la seconda guerra mondiale con più di 60 milioni di vittime....
Ma di chi fu la colpa? direttamente certo dei nazisti, ma quali erano le condizioni sociali che portarono un popolo verso una tirannia, che mi verrebbe da dire "partecipata"?
La crisi del '29 ossia la fine dei regni basati sull'economia agricolo-industriale e la nascita dell'economia borsistica come oggi la intendiamo.....

La cosa ancora più interessante è che le teorie da fine del mondo tra il 1920 e il 1930 aumentarono a dismisura, tanto che le tirannie europee erano strettamente legate a sette o movimenti, che vedevano nella fine dei tempi, l'inizio di una nuova era di benessere.... ovvero sette che potremmo chiamare "positiviste".... il che la dice lunga....

A questo punto sorge spontanea una domanda: se i mutamenti storici derivano dal nostro stato d'animo in quel periodo storico, come evitare il ripetersi di sciagure passate?

La risposta ce la danno i grandi iniziati del passato, da Gesù a Confucio, da Lao Tze a Mosè, dal Budda fino ad arrivare a Maometto..... tornare a valori di base:
  • Compassione: comprendere il prossimo
  • Accettazione: accettarsi per ciò che si è niente di più niente di meno
  • Solidarietà: accontentarsi di ciò che ci serve di base per sopravvivere e condividere il resto con gli altri
  • Comunità: ossia la capacità dell'uomo di far fronte comune a problemi comuni
  • Orgoglio e Umiltà: ossia capire dove si è bravi, e che ci sarà uno sempre  più bravo di noi, e comunque questa bravura va messa al servizio della comunità senza aproffitarsene.

Detto questo non so se terrò ancora aperto questo blog, in quanto gli argomenti si stanno indirizzando verso un ambito sociale e politico, nel caso pubblicherò il nome del nuovo blog, ma questo devo ancora deciderlo....

sabato 26 marzo 2011

L'arte combinatoria nel Taoismo

Fin dall'antichità l'uomo ha sempre trovato piacere e diletto a giocare con i numeri.
Fin dalla loro scoperta il numero ha sempre avuto un certo fascino: riuscire a rappresentare con simboli delle quantità, insiemi, e strutture matematiche ha permesso all'uomo di evolvere le proprie conoscenze del mondo, divertendosi e giocando con qualcosa che sembra magico e allo stesso tempo pragmatico.

La cosa interessante è che tutte le prime culture storiograficamente riportate hanno sviluppato la matematica in ogni sua forma:
  • Gli egizi: la geometria
  • Le culture tra il Tigri e l'Eufrate: il concetto di numero e gli insiemi
  • Le culture del Fiume Indo: le ciclicità ambientali in corrispondenza a serie numeriche
  • Le culture del Fiume Giallo: ....
Bè, per le culture del fiume giallo è un po' complesso ....
Immaginate di avere vari oggetti simili a pezzetti di Lego (che belli che erano!) con un solo mattoncino non ci fai nulla, ma avendo tanti mattoncini anche tutti uguali possono venir fuori veri e propri capolavori....



Adesso proverò a dirvi in sintesi un po' di struttura dell'alchimia Taoista:

Il mattone fondamentale è il Tao, esso è composto da Yin e Yang, a secondo che nella nostra composizione ci mettiamo più Yin o più Yang, ci vengono fuori un certo numero di composizioni base, in totale 8 chiamati trigrammi,
i trigrammi a loro volta combinati compongono i 64 esagrammi.

Che ce ne facciamo di questi 64 esagrammi? 


I 64 esagrammi sono solo misure approssimative di uno stato di cose, questo stato di cose è rappresentato a sua volta dal quadrato magico chiamato Lo Shu.
A sua volta il quadrato Lo Shu rappresenta il nostro mondo, più precisamente il nostro pianeta Terra.

Ma esiste una serie numerica che stima quanti quadrati magici possono esistere e dove gli esagrammi rimangono validi, in totale esisterebbero un numero di "esistenze" pari a 9x3x2=27x2=54 possibili mondi dove gli esagrammi varrebbero...

Ma che vuol dire?

Secondo la Filosofia Taoista e la sua alchimia esisterebbero 54 differenti "piani di esistenza" in cui le regole principali continuerebbero a persistere e dove i 64 esagrammi descriverebbero tendenzialmente lo stato delle cose...

In pratica i Taoisti combinando Lo Shu e gli Esagrammi ipotizzarono l'esistenza di "mondi", a noi non percepibili con i sensi, dove "le regole del Tao" comunque persistono.

Il nostro "piano di esistenza" sarebbe posizionato nel bel mezzo di una sorta di "iper-piano" doppio .... immaginate una fetta di pane, in centro a questa fetta di pane ci staremmo noi...

Tutto molto bello ma a che può servire?

Immaginate di essere un viaggiatore e che dovete orientarvi come fareste?
Di sicuro cerchereste dei punti di riferimento, e se vi trovaste in un luogo totalmente sconosciuto?
Di sicuro mettereste un segnale dove siete e poi iniziereste ad esplorare tenendo ben presente la posizione iniziale e tutti gli spostamenti, magari segnando su una mappa tutto ciò che scoprite.... infine quello che ottenete è una mappa più o meno dettagliata.

I cinesi, e la cultura taoista, tentarono di schematizzare ogni "stato dell'animo" tramite gli esagrammi e successivamente tentò di trovare schemi per descrivere le varie interazioni tra questi schemi, ottenendo quindi una sorta di schema "funzionale dell'animo", fatto questo però sussisteva la problematica dell'interazione con l'ambiente, e proprio questo fece creare l'ipotesi dello schema Lo Shu, che però era limitativo, anche la sua estensione rimase limitativa così complicarono ancora di più la faccenda inserendo un'altro schema e così via..... fino ad ottenere un qualcosa di assai complicato e molto fine.

In pratica la filosofia Taoista utilizzò la logica matematica e combinatoria per tentare di descrivere lo "stato dell'animo" e le sue evoluzioni.

Proprio per questo C.G.Jung si mise a studiare l'I-Ching (che descrive la base dei 64 esagrammi)

Esercizio:
Solita domanda: Come ti senti?
Ora immagina di dover descrivere come sei arrivato a questo stato, come lo descriveresti? Prova a scriverlo su un pezzo di carta.
Provate a fare questo esercizio un po' di volte in giorni diversi e in momenti diversi, potreste addirittura creare un diario.
Una volta che avrete un po' di pagine provate a capire quali sono i momenti in cui vi sentite fiacchi o tristi o comunque scarichi, tentate di capire i motivi scatenanti della vostra perdita di energia, provate a vedere il tipo di evoluzione che il vostro stato d'animo ha avuto.
Questo tipo d'osservazione è utile se per esempio state passando un periodo buio della vostra vita e non capite perchè.
La cosa migliore che potete fare e "contemplare" ossia osservare con rigore, la vostra evoluzione emotiva, è già un primo passo per iniziare a capire qualcosa di più di voi stessi!

(Come sempre si ringrazia Wikipedia per le immagini)

venerdì 18 marzo 2011

[Solidarietà!] Perchè non capiremo mai i giapponesi....

Le tragiche notizie che vengono dal Giappone ci fanno stare male, prima un terremoto che se fosse successo in Italia, in Italia non avremmo avuto più case in tutta la penisola, poi una Tzunami (o onda anomala qual si voglia dire) che è penetrata nell'interno delle terre come fosse una furia, poi un allarme atomico a causa di 6 reattori che non si raffreddano o che semplicemente stavano stoccando materiale combusto....

E nel mentre tutto questo, noi occidentali stralunati osserviamo i giapponesi che in  maniera composta stanno in fila per accedere ai rifugi per la notte, per evacuare Fukushima (una città di quasi 800 Km quadri), per ritirare le ultime razioni di cibo, per poter liberare le strade dai detriti, per poter accedere al registro delle segnalazioni dei dispersi, per riconoscere i morti, per raccogliere le poche cose che si sono salvate...

La domanda che ci poniamo quando vediamo questo ordine, è se queste persone si rendano conto che stanno rischiando tutti, se siano in stato di shock o se sono magari poco informate.... ma quello che dovremmo sapere noi occidentali è ben altro.

Prendiamo il caso degli aiuti: il governo di Tokio ha accettato solo gli aiuti dei paesi più vicini e si sta affidando molto al vecchio nemico USA, ma perchè?

Altro esempio: pur se i giapponesi non sono convinti che il loro governo dica la verità, comunque non chiedono dimissioni....  perchè?

Altro esempio ancora: alla fine del reclutamento di chi andrà probabilmente morire tentando di raffreddare i noccioli dei reattori, i volontari sono passati in rassegna di fronte alle istituzioni inchinandosi e quasi ringraziando.... e questo per noi occidentali sembra addirittura assurdo, se non paradossale.

Per avvicinarsi a comprendere tutto questo dobbiamo prima di tutto considerare le seguenti cose:
  • Sebbene il Giappone ad oggi sia una tra le maggiori potenze mondiali sia economicamente che tecnologicamente, la sua cultura e il suo popolo sono sempre molto impregniate delle filosofie shintoiste (Buddismo Zen, Bushido, Taoismo Confuciano, ecc.)
  • Ogni persona giapponese fin dalla sua infanzia riceve sia dalla famiglia che dalla società l'insegnamento che il bene comune è nettamente superiore al bene personale
  • Tutta la società giapponese attuale vede con con grandissimo rispetto le autorità, sia quelle ereditarie(l'imperatore e la sua famiglia) che quelle elette (il premier, i ministri e perfino l'opposizione)
  • Le persone che ricoprono cariche pubbliche di qualsiasi ordine e grado si sentono da una parte come paladini del bene comune, dall'altro come samurai che già feriti a morte devono distruggere il peggiore tra tutti i nemici: il personalismo e il carrierismo personale. (prova ne è che raramente nei discorsi pubblici si usa "io", ma spesso, se non sempre il "noi")
  • A tutt'oggi chi perde la vita per il bene comune è visto al pari dei nostri santi, rientrando tra gli "eletti del cielo".
  • La cosa comune è vista come un bene proveniente dal cielo e non come semplicemente una cosa condivisa, fatto ne è che la metropolitana di Tokio è la più pulita del mondo conosciuto.
  • Chi fa del male al prossimo non è semplicemente un opportunista ma è visto come un "Oni" un demone o un posseduto ( fatto ne è che durante la tangentopoli che vissero tra il 2000 e il 2003 i monaci shinto fecero svariati riti di esorcismo in parlamento)
In una società così, dove il personalismo è il male assoluto, e la cosa comune un bene donato dal cielo, dove il materiale si fonda con il metafisico, è chiaro che il panico è il demone ("Oni") che ogni giapponese teme, da cui si difende, e che combatte fin dalla più tenera età.

Alla fine della II guerra mondiale il giappone fece ammenda mondiale durante la firma tra il Generale MacArthur e l'Imperatore Hirohito, smantellando tutte le Zaibatsu che finanziariono l'entrata in guerra del giappone, con l'operazione Z, l'attacco non dichiarato di Pearl Harbour.

In cambio gli USA, tramite MacArthur, furono clementi con le sorti della famiglia imperiale, comprendendo che, in caso contrario, il giappone sarebbe diventato un territorio totalmente ingestibile e potenzialmente pericoloso, cioè simile a quello che sarebbero stati i  territori arabi degli anni 60' e 70'.

A tutt'oggi i giapponesi si sentono legati a doppio filo agli americani, sia perchè la loro costituzione fu creata da MacArthur stesso, sia perchè gli americani aiutarono i giapponesi a ricreare una nazione, ormai in rotta verso l'autodistruzione totale dopo la resa.

Negli anni 60' e 70' il Giappone conobbe un periodo di enormi rivoluzioni immobiliari e tecnologiche, ciò che gli americani ideavano, i giapponesi producevano in serie, nel contempo si crearono bande di estrema sinistra simili a quelle avute in Germania, ma assai diverse e meno organizzate delle nostre BR, molto più legate alla delinquenza comune e ai teorici del anarchia-caotica-con-rivoluzione-continua (una frangia iper-estrema di utopia anarchica che prevede la guerra civile continua). (esiste un film che parla di queste bande giapponesi di estrema sinistra ma non ricordo più il titolo e mai tradotto in italiano)

Negli anni 80' il giappone è la patria, insieme a Wall-Strett, della "finanza creativa" specialmente nell'ambito informatico, la caduta a fine anni 90' e la relativa esplosione della bolla speculativa, porta il numero di suicidi per disonore ad un numero impressionante, tanto che la Santa Sede iniziò a tenere strette relazioni con l'ambasciatore giapponese.

Solo nei primi anni 2000 il governo giapponese iniziò una campagna contro il Seppuku e l'harakiri, e contro i suicidi sotto il metrò, inizialmente come manovra per evitare i ritardi dei mezzi pubblici, successivamente come vero e proprio atto per la sanità pubblica, trattando l'argomento come una pandemia, mettendo in campo mezzi e strumenti per assistere sulle 300'000 persone l'anno che tentavano il suicidio.

Ad oggi, prima di questa sciagura, il numero di tentativi di suicidio "per mancanza di onore" si erano dimezzati, e lo stato sociale giapponese veniva considerato tra quelli che potevano essere presi a modello per una ipotesi di stato sociale "post-Bismark". (in pratica a modello per noi occidentali)

In pratica il popolo giapponese idea, crea e produce non per sè, ma  per il bene comune, e agisce di conseguenza.

Serve energia e sono gli anni 70' o 80' ?
Si producono centrali nucleari come funghi!

Ci sono un sacco di terremoti?
Si mettono sulle fondamenta molle e tramite un sistema preciso si produce energia elettrica da terremoti!

Il petrolio stà costando caro?
Si creano nuovi materiali da alghe e plancton e rifiuti!

L'estrazione del gas naturale costa?
Lo si produce dagli scarti e dei reflui degli animali! (comprando anche brevetti italiani!)

Insomma, ogni volta che il popolo giapponese si è trovato in crisi ha sempre risposto rialzandosi in piedi più velocemente di prima e sfruttando il problema per trovare nuove soluzioni.... E tutto questo non per sè, ma per la cosa comune in quanto divina...

Non so come e quando il popolo giapponese riuscirà a risollevarsi da questi ultimi disastri naturali e non, ma sicuramente ci riuscirà ... o perirà ... nello shinto non esistono mezze misure .... o vivi ... o muori ... meglio se li aiutiamo a vivere anche noi europei... o no?
 
Clicca sul link qui sotto e leggi come aiutarli con un SMS per la C.R.I.!

UN SMS AL 45500 PER DONARE 2 EURO - La Croce Rossa Italiana in sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto e dallo tsunami. Attivata raccolta fondi

Un'altra iniziativa di Save The Children:
Giappone, Save the Children: scarseggiano i generi di prima necessità per gli sfollati mentre cresce nei bambini il terrore per l’emergenza nucleare. Emergenza freddo a nord dove mancano i mezzi per riscaldarsi. 

Un report di Medici Senza Frontiere:
Giappone, MSF in azione con équipe mediche nelle zone colpite dal disastro - Medicinali per malattie croniche, coperte e acqua i bisogni più urgenti - 18/03/2011

Una goccia da sola è una goccia, molte gocce fanno un oceano
Da solo sei solo, insieme ad altri non sei più solo

venerdì 11 marzo 2011

Il Taoismo e la socializzazione

Oggi spesso, chi fa parte dei movimenti new age, parla della socializzazione come una cosa negativa, prendendo ad esempio la società occidentale e le sue peculiari distonie.

In pratica cadono nell'errore di pensare che la nostra società sia la migliore possibile, quando invece è semplicemente il risultato di una serie di eventi, guerre, tecnologie, capitalizzazione, competizione, modifiche ambientali drastiche, ecc. in contrapposizione con ricerca della democrazia, sistemi più o meno repubblicani o comunque costituzionali, la ricerca della equità tra gli uomini e utopie di liberazione, ecc.


Se andiamo però a considerare che la nostra società occidentale, e occidentalizzata, è solo una delle società possibili, improvvisamente ci rendiamo conto che le problematiche in ambito di ricerca spirituale e benessere non è detto che siano per forza ostacolati dalla socializzazione.

Ma cosa è la socializzazione?
Si intende con il termine socializzazione l'insieme di interazioni che un soggetto ha con altri soggetti della propria specie, in pratica la socializzazione per la razza umana non è altro che l'insieme delle relazioni che ogni essere umano ha con altri esseri umani.
Quindi amicizie, relazioni sentimentali, colleghi, conoscenti, famiglia, ecc.

Secondo alcune teorie sociologiche esisterebbero un massimo di 6 passaggi per collegare qualsiasi essere umano della terra, intendendo come passaggi la relazione tra due persone, faccio un esempio:
Quanti passaggi ci saranno tra una persona come noi e il presidente americano Obama?

Immaginiamo di considerare che tu conosca una persona, la conoscenza tra te e questa persona è un passaggio, secondo questa teoria bastano 6 passaggi per farsi presentare il presidente Obama.

Adesso proviamo a vederla in maniera diversa:
Ogni relazione con un'altra persona è un filo di ragnatela, l'intera ragnatela è la nostra società, noi siamo solo i nodi di questa ragnatela.

Che succederebbe se invece di essere nodi statici fossimo invece veri e propri ragnetti che si spostano da un filo ad un altro?
Il nostro numero di conoscenze, amicizie, relazioni sentimentali, ecc. aumenterebbe esponenzialmente,dandoci così la possibilità di diventare attori primari della nostra società, ma che ci vuole per trasformarci da nodi a ragnetti?
In poche parole: fiducia nel prossimo

Solo tramite la fiducia nel prossimo è possibile muoversi velocemente da una relazione ad un'altra, rimanendo comunque in contatto con le persone che siamo venuti a conoscere nel frattempo.
Più persone conosciamo, più la nostra capacità di dire la propria nella società aumenta, e questo è tanto più valido nei sistemi democratici e repubblicani come il nostro.
Inoltre più persone conosciamo più siamo in grado di ottenere informazioni utili per la nostra sopravvivenza, come ad esempio potenziali lavori, opportunità, e tutte le informazioni che potrebbero di molto semplificarci la vita....
Se per le cose materiali ci semplifichiamo la vita, di conseguenza avremmo più energia e tempo per dedicarci alle questioni spirituali, di benessere, e di migliormaneto personale.

Tutto questo la filosofia Taoista l'aveva già elaborata, e il campione in questo campo fu Confucio.

Secondo Confucio una società in "armonia con l'universo" si fonda sulla fiducia "del contadino nei confronti del proprio feudatario, del feudatario nei confronti del proprio contadino" (calcoliamo i tempi siamo intorno al 500 prima di Cristo...)

Ma è ben esplicitato il pensiero di Confucio su wikipedia:
La sua filosofia si basava sull'etica personale e politica, sulla correttezza delle relazioni sociali, sulla giustizia, sul rispetto dell'autorità familiare e gerarchica, sull'onestà e la sincerità.

Confucio dà un ulteriore contributo al Taoismo, portando la filosofia Taoista con "i piedi per terra".
Dopo aver esplorato le vie mistiche ed alchemiche, il Taoismo, con Confucio, analizza la società in cui vive (corrotta e decadente) nella maniera più logica e spietata possibile, creando quindi un nuovo pezzo di quel enorme puzzle che oggi conosciamo come filosofia Taoista.

Di Confucio, come di Socrate, non abbiamo certezza delle sue esatte parole, anche perché i suoi citatori più celebri furono Xun Zi e Mencio, che tra loro si contrapponevano idee differenti.

Sta di fatto che Confucio arriva alle seguenti conclusioni:
Una societa "buona" si fonda sui comportamenti dei singoli e più in particolare:
  • Sull'etica
  • Sulla corretezza delle relazioni sociali
  • Sul rispetto del prossimo
  • Sull'onestà dei singoli

In questa maniera l'ordine sociale diventa naturale, non imposto, entrando in risonanza con lo spirito di ogni singola persona che compone quella società.

In opposizione, una società che insegna la "furbizia", l'ordine deve essere per forza imposto, il sistema giudiziario si intaserà, il sistema politico verterà sulle capacità economiche degli individui, i quali per accaparrare beni, saranno disonensti e approfittatori nelle relazioni sociali, creando un meccanismo che si morderà la coda, portando infine all'autodistruzione sociale e quindi dei singoli individui, quantomeno nella loro parte spirituale. (vi ricorda qualche società di nostra conoscenza?)

Solo alcuni aforismi di Confucio giusto per assaggiare il personaggio:

Chi desidera procurare il bene altrui ha già assicurato il proprio.

In un paese ben governato la povertà è qualcosa di cui ci si deve vergognare.

L'uomo superiore comprende ciò che è giusto, l'uomo inferiore ciò che vende.

Non mi dolgo di essere sconosciuto agli uomini, ma mi dolgo di non conoscerli.

Non preoccuparti del fatto che la gente non ti conosce, preoccupati del fatto che forse non meriti di essere conosciuto.

Quando arriva la prosperità, non usarla tutta.

Se incontrerai qualcuno persuaso di sapere tutto e di essere capace di fare tutto non potrai sbagliare, costui è un imbecille!

Il Cielo non ha parenti; tratta egualmente tutti gli uomini.

Non imitiamo quegli uomini isolati, savii soltanto per loro medesimi.

Se uno non considera quel che è lontano, soffrirà da quel che è vicino.


Esercizio:

Prendete gli aforismi di Confucio, uno a uno di quelli riportati sopra, confrontateli con la vostra vita di tutti i giorni....
Siete coerenti con queste massime oppure c'è qualcosa di diverso e se si cosa?
Annotatelo su un foglio....
Ottimo! Avete appena scritto i vostri difetti nei confronti di voi stessi e della società.

Ora un piccolo gioco per sapere se siete illuminati, persone normali o asociali:

Adesso considerate se avete fiducia in chi vi circonda o no...
  • se già dite di no : GAME OVER, siete asociali!
  • se dite dipende : WARNING! State correndo su una strada che potrebbe portarvi al game-over
  • se dite si e siete sinceri: congratulazioni! o siete grandi mentitori o siete dei Budda in terra, oppure provenite da una società diversa da quella occidentale o occidentalizzata!

Il Game Over è semplicemente il primo passo per diventare "furbi del quartierino" ovvero, come direbbe Confucio: "imbecilli!"

A questo punto considerate il fatto che, ciò che fate agli altri, primo o dopo vi torna indietro.... quindi se non vi fidate del prossimo a prescindere, gli altri non potranno mai fidarsi di voi, con la conseguenza che rimarrete prima o dopo isolati... soli... pensateci!

Quindi se ancora dubitate del fatto che ci si possa fidare degli altri considerate che la psicologia ci dice che ogni singolo soggetto si automotiva per dolore(fuga) o per piacere(attrazione):
  • Non volete più essere soli(dolore)?            Fidatevi degli altri!
  • Volete conoscere più gente(piacere)?            Fidatevi degli altri!

Poi ovviamente ci sono le eccezioni, persone che hanno ampiamente dimostrato di essere inaffidabili, di comportarsi come "furbi del quartierino" e quindi loro non meritano di conseguenza fiducia in quanto sono "imbecilli".... ma non sono tanti... anzi sono una minoranza....

giovedì 3 marzo 2011

La misura delle cose nel Taoismo

La prima considerazione che dobbiamo riprendere per affrontare questo argomento è nel simbolo stesso del Tao citato nel precedente post.

Per riassumere il simbolo del Tao rappresenta:

  • Moderare la presa di posizione in quanto tutte le posizioni sono solo sfumature tra due estremi
  • Moderare le avversità in quanto due posizioni che sembrano inconciliabili a volte sono più simili di quello che si possa immaginare
  • Comprendere le altre posizioni in quanto potremmo intravedere i punti comuni con le nostre credenze 
  • Abbandonare ogni posizione intransigente in quanto spesso questa posizione crolla su sè stessa confrontandosi con altre realtà.
  • In pratica spogliarsi degli orpelli mentali che spesso sono solo limiti immaginari.
Quindi nel Taoismo si considera una cosa "lontana" quando è in posizioni estreme, mentre "vicina" quando è morigerata e in equilibrio tra due estremi, equilibrio in realtà dinamico come già considerato nel post del 12 gennaio.

Detto questo cerchiamo ora di affrontare il concetto di misura, molto studiato dalla scienza, analizzato dalla filosofia e che alla fine lo ritroviamo in tutto ciò che ci circonda.

Ad oggi una misura di qualcosa indica un valore segnalato da uno strumento soggetto a, seppur minimo, errore di valutazione, secondo una scala di valutazione.
In pratica se prendete un righello con segnati i millimetri e fate una misura, ad esempio il risultato sarà : 12,5 cm +/- 1 mm
Ovvero tutti i valori possibili da 12,4 a 12,5 nella scala dei cm.

Questo concetto dell'errore, che sembra tanto moderno nella scienza, in realtà era piuttosto conosciuto in quasi tutte le civiltà nella storia.

Infatti, ad esempio, una delle discussioni che più dava fiato ai filo-platonici nell'antico occidente era che, se si dava un misuratore a diverse persone e gli si diceva di misurare un oggetto, i dati che essi riportavano variavano a seconda della persona, questo non per incapacità, e questo all'epoca veniva attribuita alla sensibilità degli organi di senso.....

Ad oggi sappiamo che anche il miglior misuratore del mondo ha in se, a causa del suo processo di regolazione, un errore implicito, a prescindere dall'uomo che misura.

Sappiate solo che il concetto di misura e di questa come insieme di valori in un intorno probabile era, ed è tutt'oggi, ancora argomento di discussione sia scientifica che filosofica.

Gli antichi cinesi, certo, non potevano essere da meno delle altre culture, essi però cercarono di considerare come strumento di misura l'uomo, e come oggetto da misurare lo spirito e tutto il non materiale....

Il problema con cui si dovettero confrontare era la scala di misura .... quale adoperare?
Se si usa la giustizia quale deve essere? Quella divina o quella umana?
Se si usa la bellezza quale deve essere? Quella esteriore o quella intelletuale?
Se si usa l'intelligenza quale deve essere? Quella Assoluta(divina) o quella umana?
A forza di porsi domande si arrivò ben presto al concetto di armonia con l'universo... che detta così pare qualcosa di esoterico ma alla fine è molto pratico...

Riprendiamo i concetti base secondo gli antichi, i così detti Principi (già enunciati in passato)
  • Principio di ciclicità: Tutto è ciclico
  • Principio di mutamento: Tutto è in mutamento 
  • Principio di cambiamento: La sostanza prima non cambia, cambia solo la forma
  • Principio di equilibrio: Tutto è in equilibrio costante
Tutto ciò che tenta di forzare questi principi o che tenta di violarli entra in disarmonia e quindi "si allontana"
Tutto ciò che favorisce il naturale svolgersi di questi principi "si avvicina"

Detto questo quindi abbiamo che l'armonia con i Principi di Base insieme alla morigeratezza nelle posizioni è il punto zero, tutto ciò che si distanzia da questo crea un segmento ed esso è valutabile...

Per semplificare con uno schema:



Il problema a questo punto era la precisione, data quindi dalla sensibilità dello strumento di misura.... il problema era semmai trovare un modo di scrivere e descrivere queste misure....


Alla fine esso fu trovato in una maniera un po' strana ma molto semplice: i trigrammi e gli esagrammi.

Per farla breve (esistono nei canoni Taoisti interi manuali su questi segni) questi indicano la distanza che ogni elemento ha dalla sua matrice originaria ovvero dal Tao.... detta più in maniera semplice, da quell'armonia e tranquillità a cui tutti noi aspiriamo.


A questo punto necessita esercizio con esempio per capirci.
Immaginate di fare il seguente esercizio:
Come vi sentite? Quali sono quei pensieri che non vi fanno dormire la notte? 
Immaginiamo che le vostro preoccupazioni sono incentrate su una eccessiva focosità del vostro animo che vi stà procurando qualche guaio più del solito... quindi il vostro eccesso è fuoco e la vostra carenza è il suo opposto quindi acqua...
Fuoco e Acqua saranno due trigrammi sulla scala dell'armonia, l'uno segnalerà la vostra eccedenza l'altro la vostra carenza.... quindi due misure vere e proprie!

E anche a questo punto proviamo un esercizio insieme (per questa volta senza perderci nel significato di trigrammi ed esagrammi):
  • Prendetevi un attimo e concentratevi,
  • Su cosa siete carenti nel vostro carattere per sentirvi meglio nel mondo?
  • In cosa il vostro carattere eccede e che avreste bisogno di morigerare per sentirvi meglio nel mondo?
  • Scrivetelo su un foglio diviso in due mettendo le eccedenze su una colonna e sull'altra le carenze.
  • Ripetete l'esercizio fino a che il foglio non sarà pieno... 
  • Ora nascondete le carenze.
  • Sulle vostre eccedenze chiedetevi, una per una, come calmierarle o sfogarle in maniera che incidano meno sul vostro carattere, ad esempio se una vostra eccedenza è il nervosismo, e per rilassarvi dovete fare ginnastica, programmate la vostra settimana in modo che potete fare molta ginnastica.
  • Fatte le eccedenze passiamo alle carenze girando il foglio e nascondendo le eccedenze.
  • Sulle vostre carenze chiedetevi, una per una, come fortificarle in maniera che incidano di più sul vostro carattere, ad esempio se una vostra carenza è la sicurezza in voi stessi, e un'attività che vi rende più sicuri è dipingere, programmate la vostra settimana in modo che potete dipingere molto e con tranquillità.
  • Ora aprite il foglio e verificate di poter integrare tutte le attività, dandogli una priorità e una importanza...quindi ..... AGITE ORA!

ok, questo è tutto alla prossima!

giovedì 24 febbraio 2011

Il simbolo del Tao

Il simbolo del Tao è spesso un argomento trascurato, a volte relegato a mero simbolo, altre volte frainteso.

Proviamo a dipanare un po' il significato di questo simbolo.

La prima cosa che bisogna considerare è il fatto che ci sono due colori: il bianco e il nero

Fra loro sono due colori opposti ma complementari, con il bianco puro e il nero puro, mescolati fra loro si possono ottenere tutte le sfumature di grigio pensabili.

Questo sta ad indicare il fatto che prendendo i due estremi di una qualsiasi prospettiva, e moderandoli tra loro, si possono individuare se non tutte le posizioni possibili, almeno quelle principali.

Notiamo inoltre che la parte bianca ha un punto nero e la parte nera ha un punto bianco, questo indica che il puro bianco non esiste così come il nero puro, ovvero che l'estremo assoluto non può esistere nella realtà, cioè ci sarà una posizione o prospettiva più estrema di quello che ci sembra già estremo...
In pratica il limite in una qualsiasi prospettiva è solo una illusione.

Altra considerazione è il fatto che la separazione tra la parte bianca e la parte nera non è netta ma è simile ad una S, ossia che gli estremi si mescolano tra loro e non sono poi così estremi come si può pensare...
In pratica quando si confrontano due posizioni agli antipodi tra loro ci sono sempre dei confini che sono in contatto tra loro o che addirittura sono un ottimo canale per trovare punti in comune.

Altra caratteristica di questo simbolo è il fatto che è inserito all'interno di un cerchio.
Senza entrare troppo nel metafisico e nell'alchimia orientale, basta dire che i cinesi, così come gli antichi greci, sapevano già che la terra era una palla, che gira intorno al sole, e che il nostro sistema solare è eliocentrico.
Questo fatto che tutto si può rappresentare come un cerchio ha fatto pensare che il simbolo universale possa essere un cerchio, o qualcosa di simile.

In pratica il nostro simbolo è in un cerchio perché tutto l'universo potrebbe semplicemente essere rappresentato dal cerchio.

E ora tiriamo le somme :
Il simbolo del Tao invita ad:
  • Moderare la presa di posizione in quanto tutte le posizioni sono solo sfumature tra due estremi
  • Moderare le avversità in quanto due posizioni che sembrano inconciliabili a volte sono più simili di quello che si possa immaginare
  • Comprendere le altre posizioni in quanto potremmo intravedere i punti comuni con le nostre credenze 
  • Abbandonare ogni posizione intransigente in quanto spesso questa posizione crolla su sè stessa confrontandosi con altre realtà.
  • In pratica spogliarsi degli orpelli mentali che spesso sono solo limiti immaginari.

Proviamo un esempio pratico:
In cosa siete assolutamente certi? Ad esempio che esista un grande complotto, oppure che esistono gli angeli, o gli alieni....

Bene, prendete questa credenza e provate a scrivere su un foglio diviso a metà perché ci credete, su questa colonna in alto scrivete Yang o mie o verità o quello che volete, per porre in contrasto con la seconda colonna, dove dovrete, per ogni affermazione, trovare esattamente il supporto alla teoria contraria.
In alto su questa colonna scrivete Yin, falsità, altrui o qualunque cosa che vi permetta di trovare le frasi più idonee.

Ok, fatto questo con la cancellina, o con qualsiasi altro strumento cancellate le intestazioni e invertitele, adesso la verità è l'opposto della vostra credenza, immaginate quindi di dover combattere con il vostro io passato tentando di sostenere la nuova prospettiva.

Ci siete riusciti? Siete stati sufficientemente convincenti?
Ottimo, ora piegate e nascondete la parte che avete appena sostenuto e che all'inizio consideravate falsità, cancellate l'intestazione della colonna ed ora, su ogni affermazione che avevate scritto convinti che all'inizio fosse la verità, dategli un voto da 1 a 10 a seconda che le sentiate ancora totalmente vere(10) o completamente false(1) .....
Che è successo? Ci sono tanti 5 e 6 ? Allora ci sente riusciti! Altrimenti riprovate!

giovedì 17 febbraio 2011

Eterno miglioramento: Il combattimento con sè stessi

Secondo il Taoismo esistono due sole possibilità evolvere o morire.
La cosa più interessante è il fatto che evolvere non è necessariamente fare qualcosa.

Agire per agire spesso porta disastri immondi, a volte è necessario attendere il momento giusto e solo dopo agire, se necessario.
I momenti più snervanti sono di solito quelli che precedono una azione, l'adrenalina sale e la tensione si fa palpabile.

La filosofia Taoista ci insegna a trasformare quella tensione da snervante in propedeutica per essere concentrati al 100% sull'azione successiva.

Molte persone, che male interpretano gli insegnamenti del taoismo, pensano che la massima :
Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico
indichi semplicemente un'attesa spoglia di azione, un'attesa interminabile che porta col tempo a vedere tutto in rovina.... nulla di più sbagliato...

Proviamo ad analizzare la frase:
Il sedersi lungo la riva di un fiume rappresenta un'azione molto comune nei tempi di attesa nel passato, quando i fiumi erano ancora navigabili e sopratutto dove si faceva il bagno, insomma la riva di un fiume era una spiaggia.
Un posto tranquillo dove riflettere.

I maestri di arti marziali prima di combattere si concentrano, cercano di comprendere come poter iniziare il combattimento, studiano i propri punti di forza e debolezza, tentano di focalizzarsi su quali possono essere i punti di forza e debolezza dell'avversario, come poter resistere, e come poter attaccare, ed eventualmente quali strategie per concludere l'incontro.
Simulano nella loro mente il combattimento mille e mille volte utilizzando la Visualizzazione, tramite il respiro cercano di concentrare energie, e infine tramite segni e immagini studiare strategie idonee.
Infine, poco prima dell'incontro, si preparano all'imprevisto.

Torniamo alla frase iniziale che vuol dire "prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico"?
Per la cultura orientale è il risultato ciò che conta di più... i cadaveri o venivano bruciati oppure venivano lasciati alla corrente del fiume... e i combattimenti spesso erano letali, anche quelli a "mani nude"....
Tirando le somme quindi la frase
Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico
Vuol dire semplicemente: utilizza il tempo precedente al confronto per prepararti opportunamente a sconfiggere il nemico...
Ma chi è il nemico peggiore e più pericoloso?
Secondo le pratiche marziali esistono quelli che in Giappone si chiamano Katà, essi sono movimenti ben codificati mescolati tra loro e simulerebbero un combattimento con l'avversario senza l'avversario.
Secondo la disciplina marziale il vero maestro non esegue il Katà solo per dimostrare le posizioni o le movenze, ma esegue un vero e proprio combattimento contro un avversario immaginario, e l'avversario migliore da battere, quello dove si impara di più è se stessi.

Quindi vi propongo il seguente esercizio:
In cosa volete migliorare? Magari il vostro rovescio a tennis, forse il vostro dribbling a calcio?
Comunque iniziate a usare la Visualizzazione per immaginarvi intenti nell'azione, il vostro avversario siete voi stessi, usate la Respirazione per concentrarvi sull'azione e provate a usare tutta la vostra conoscenza su come fare quel dribbling o quel rovescio in maniera perfetta.
Come dovrebbero essere i vostri muscoli?
Cosa dovrebbe passarvi per la testa?
E il vostro respiro?
E se invece lo subiste?
Come lo potreste parare quel diabolico rovescio o dribbling che sia?
E la contromossa?
Ripetete tutto dall'inizio fino a che non sarete soddisfatti.

Allora? Come va?
Adesso entrate in campo e ricordatevi dell'esercizio... siete migliorati?
Se si allora avete appena scoperto uno degli esercizi che gli sportivi professionisti utilizzano per arrivare ad essere i migliori del mondo nel loro campo....
Certo... non si può essere i migliori in tutto...
Lo usano anche gli astronauti per migliorare le prestazioni in caso di assenza di ossigeno, i sub, e ultimamente anche squadre speciali, vigili del fuoco, medici, militari, scacchisti, ecc.
Insomma ..... benvenuti in allegra compagnia!

giovedì 10 febbraio 2011

Il Benessere secondo il Taoismo

Il Taoismo delle origini studiava l'ambiente circostante per poter sviscerare le possibili minacce e prevenire potenziali pericoli.

Nel mentre passava il tempo e la società si evolveva e l'ambiente veniva colonizzato e sottomesso il Taoismo si dedicò a trovare la maniera di prolungare la vita umana.

Il risultato di questo furono una serie di usanze, precetti, e pratiche che noi oggi conosciamo in maniera codificata come Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e pratiche quali il Tai-Chi e in generale le arti marziali cinesi chiamate anche Kung-Fu.

Dalla Cina queste pratiche si diffusero in tutto l'oriente mescolandosi a loro volta con la medicina tradizionale indiana e le pratiche di combattimento indiane.

Ad oggi in Cina è usanza comune alzarsi prima del lavoro e fare un po' di movimento eseguendo Tai Chi, dalle strade di Pechino fino alle campagne più sperdute si possono vedere giovani e vecchi, uomini e donne che in una maniera o nell'altra eseguono i movimenti da quelli più semplici a quelli più complessi.

Ma è proprio così strano?

Secondo l'OMS il più grave allarme sanitario del mondo non è l'AIDS o altro, ma l'obesità.
Popoli che fino a qualche decennio fa non avevano di che sfamarsi, oggi risultano essere i paesi con maggiore numero di obesi.

Vita sedentaria, dieta sbagliata, reazioni psicologiche alla denutrizione delle generazioni passate stanno generando un vero allarme mondiale.

Basti pensare che qui in Italia fino a sessant'anni(60 non di più), esisteva ancora la denutrizione e patologie ad esse connesse, ad oggi circa il 30% dei bambini è obeso, circa 3 milioni di persone sono affette da anoressia (altra faccia della medaglia, ma è sempre la stessa medaglia... ).

Quindi sono tutti pazzi stì antichi cinesi o qualche ragione l'hanno pure loro?

Stress, cibo spazzatura, cibo "contaminato o pompato" di diserbanti, steroidi e chi più ne ha più ne metta... stanno producendo malattie quali diabete, ictus giovanile, colesterolo e pressione alta, affaticamento degli organi interni...

secondo alcune statistiche ucciderebbe di più la sovra-nutrizione che le guerre...

Insomma noi occidentali opulenti stiamo distruggendo il record di vita che siamo riusciti a raggiungere dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi.... ed a discapito delle nuove generazioni....

Confucio avrebbe detto :
Colui che non prevede le cose lontane, si espone a infelicità ravvicinate.
Secondo le pratiche Taoiste il benessere lo si raggiunge prevenendo le malattie tramite il sentire il proprio corpo e la propria mente, e assecondando i bisogni senza eccedere...

L'esercizio che voglio proporvi è semplice e basilare, ma per noi occidentali forse è l'esercizio più difficile:
Mettetevi comodi e provate a chiudere gli occhi,
provate a sentire il vostro corpo, avete sete, fame, o state bene così?
E com'è la vostra mente? Calma o c'è qualche pensiero che ogni tanto vi si ripresenta?
Il vostro corpo si muove abbastanza durante il giorno? O state troppo seduti?
Cosa vi stà dicendo il corpo? Per semplicità annotatelo su un foglio di carta, meglio un diario
Cosa vi dice la vostra mente? Per semplicità annotatelo su un foglio di carta, meglio un diario
Provate a fare questo due o tre volte al giorno e dopo una settimana guardate il risultato...

Non meravigliatevi se scoprirete che il corpo vi chiede meno cibo, ma di qualità, e più movimento, ma senza stress, e la vostra mente vi chiede un po' di tranquillità.... è il risultato di tutti noi occidentali... e ultimamente anche degli orientali occidentalizzati....

venerdì 4 febbraio 2011

Chakra e Tanden: Archetipi o Reali?

Abbiamo già affrontato precedentemente gli archetipi e i loro significati nelle varie discipline.
Avevamo inoltre tentato di tirare le somme, tentando di dare struttura a questa entità, a prescindere dal campo di applicazione (psicologico, antropologico, sociologico, ecc.)
Riporto per comodità la conclusione a cui eravamo pervenuti su cosa sia un archetipo:

Un archetipo ha quindi:
  • Nome
  • Emozione
  • Può essere rappresentato secondo i 5 sensi (Visivo, Uditivo, Olfattivo, Gustativo, Cenestetico)
  • Ha una componente conscia e una inconscia
  • Un comportamento associato
  • Un riconoscimento socio-antropologico (riconosciuto da un numero più o meno limitato di persone)

Magari questa lista non sarà completa ma ci può aiutare a per l'argomento che qui voglio ora affrontare.

Partiamo con il dire che la cultura del fiume Giallo e quella del fiume Indo si differenziarono anche per l'individuazione di zone corporee che secondo le due scuole di pensiero regolerebbero le funzioni vitali sia fisiche che psicologiche, oltre che spirituali.

La cultura del fiume Indo chiama queste zone Chakra, mentre quella del fiume Giallo li definisce Tanden.
In entrambi i casi queste zone sono simili a commutatori di energia, ovvero prendono un certo tipo di energia e la commutano in ciò che serve per il funzionamento dell'uomo nella sua integrità fisica, psicologica e spirituale.

di seguito riporto la distinzione tra Chakra e Tanden:

Chakra Tanden
scuola di origine Fiume Indo Fiume giallo
energia utilizzata Prana Ki (o Ji o chi a seconda di come lo si pronuncia
numero di punti/zone sul corpo 7 3
rappresentazione valvola di prana il quale gira a 360 per 360 prima di attuare la commutazione valvola di Ki, non ha una dislocazione ben precisa ed è una zona più che un punto preciso
tipo di commutazione diretta: il prana si trasforma direttamente in ciò che serve all'organismo indiretta : da energia agli organi i quali fanno poi la lavorazione delle risorse dentro l'organismo


Quindi Chakra e Tanden alla fine sono cose molto diverse (in un futuro post parlerò della differenza tra Ki e Prana), si trovano dislocati in punti differenti, funzionano in maniera differente, differente è la loro rappresentazione e differente è l'energia che usano.... ma una cosa hanno in comune: ovvero sono archetipi, cioè tramite la visualizzazione possiamo interagire con loro e a seconda del livello di pratica ottenere realmente sul nostro corpo e la nostra psiche dei mutamenti, più o meno evidenti....

Se questo è vero allora ci deve essere una spiegazione scientifica, quindi proviamo a trovarla... per questo post proviamo con i Tanden.

I Tanden come sopra detto sono tre, dislocati nel corpo come zone:

La prima zona chiamata "centro viscerale" o Seika tanden o kikai tanden si troverebbe nella zona addominale, sotto l'ombelico (i saggi dicono circa quattro centimetri).
Questo Tanden sarebbe collegato cone le forze fisiche e materiali, con il senso della vita e della morte, e con le cose primordiali.
Per la scienza lì c'è la parte media e finale dell'aparato digerente, oltre che il baricentro umano, recenti studi hanno verificato la presenza di parecchie cellule nervose tanto che sui giornali e le agenzie di stampa era scritto "trovato un secondo cervello nello stomaco"...... giornalisti.....

La seconda zona che prendiamo in considerazione è il Chudan tanden o "centro mediano" si trova nel torace all'altezza del cuore.
Sarebbe dove l'ambiente nella sua completezza (relazioni comprese) viene "elaborato" per trasformarsi poi in interazioni con l'esterno.
Per la scienza ci stà nella stessa zona cuore, polmoni e trachea, il cuore emette un flebile segnale elettrico, rilevabile dall'elettrocardiogramma, e regola in generale il calore corporeo tramite l'afflusso di sangue, i polmoni invece sfruttano l'aria per trovare ossigeno, mentre la trachea "parte" dai polmoni e "finisce" nelle corde vocali... insomma polmoni: respirazione; cuore: calore, elettricità; trachea : aria e suono.... se non è relazione con l'ambiente questa....

Terza e ultima zona: Jodan tanden; questo si trova tra le sopracciglia nel centro della testa(in realtà sarebbe tutta la testa ma ai principianti gli si dice così)... quindi alla fine il cervello....
Per il taoismo è la zona della consapevolezza, del raziocinio, della spiritualità.
Per la scienza.... bè il cervello è la sede della nostra mente e di tutto quello che ne concerne....

Quindi i Tanden sono alla fine delle zone anche fisiche nel corpo umano.

Secondo la tradizione dovrebbero esssere visualizzati come doppie spirali in rotazione, insomma qualcosa di simile alle rappresentazioni attuali delle galassie per intenderci.

Esercizi:

L'esercizio sul Tanden viscerale:
Mettiamoci seduti in posizione seiza, schiena bella dritta e spalle rilassate, mani con i palmi verso l'alto, mani rilassate.
Da qui iniziamo a respirare profondamente partendo dal diaframma, lentamente senza sforzare, chidendo gli occhi visualizziamo una galassia che rotea su sè stessa nel primo Tanden, prima piccola, poi che si allarga lentamente sempre di più, fino a coprire la nostra vera galassia... rimaniamo un po' così e lentamente rimpiccioliamo la nostra visualizzazione fino a farla tornare dentro il nostro Tanden.... riapriamo gli occhi e se proprio vogliamo seguire le tradizione portiamo la fronte verso il pavimento, come da saluto, ringraziando l'universo di essere qui....se proprio volete fare i tradizionalisti la posizione è con fronte verso sud..... (che esagerati stì giapponesi!)
Come ci sentiamo dopo? Che sensazione abbiamo?
è cambiato qualcosa? Se si cosa?
Come sono le nostre percezioni? Aumentate?

Qualcuno dice che con questo esercizio si collega con tutte le civiltà della nostra galassia e di tutti i tempi, altri invece che si "ricaricano" di energia cosmica (tipo batterie per intenderci..) io semplicemente mi sento meglio, più rilassato...anche nei confronti dell'universo.... il che mi basta e mi avanza......

L'esercizio sul Tanden medio:
Sempre in seiza, con mani sul cuore, palmi rivolti verso il corpo, chiudiamo gli occhi, respirazione dal diaframma, lunga, intensa, tranquilla.
Visualizziamo il nostro corpo, poi lo rendiamo trasparente e immaginiamo di vedere dei canali che passano per il tanden... come sono questi canali? grigi? sporchi? Immaginiamo di ripulirli facendo partire un flusso dorato (argentato se vi aggrada di più) dal Tanden, continuamo fino a che tutti i canali non saranno ripuliti.
Usciamo dalla meditazione come nell'esercizio precedente.
Come vi sentite? Quali Sensazioni?
è cambiato qualcosa? Se si cosa?
Vi sentite più leggeri? O più pesanti? 

Qualcuno dice che con questo esercizio poi ha una percezione più intensa delle proprie emozioni e si libera dalle emozioni "negative"...

Esercizio su Tanden Superiore
Sempre Seiza, mani con i palmi verso l'alto, mani rilassate.
Respiro sempre da diaframma.
Visualizzo una colonna di luce che illumina il tanden, liberando così la mente da dolori e preoccupazioni, pensieri negativi e perplessità svaniscono.
Usciamo dalla meditazione come nell'esercizio precedente.
Come vi sentite? Quali Sensazioni?
è cambiato qualcosa? Se si cosa?
Vi sentite più liberi dalle preoccupazioni? o cosa?

Alcuni con questo esercizio parlano di connessioni con l'universo, acquisizione di energie cosmiche, illuminazioni, aumento di intelligenza.... manca solo che gli faccia pure un caffè.... ma se vi sentite più liberi dal peso della vita... bè... è già un gran successo!!!

giovedì 27 gennaio 2011

Il Sincretismo: la conciliazione di idee contrapposte...

Sincretismo è una parola dalle origini greche che significherebbe "coalizione cretese" indicando il mettere da parte posizioni differenti per difendersi da pericoli esterni.

In antropologia

La cosa interessante da notare è la connotazione antropologica del termine, ovvero il concetto secondo cui tutte le religioni hanno un fondo comune dal quale se ne ricavano i veri valori a cui tutti gli esseri umani dovrebbero ispirarsi: amore, fratellanza, empatia verso il prossimo, provenienza da una umanità comune sotto lo stesso cielo, ecc.

Questi valori li ritroviamo in molte pratiche di preghiera e meditazione dall'estremo oriente all'estremo occidente, dai popoli africani agli inuit del polo nord.

Una delle cose che mi ha sempre affascinato dello studio dell'antropologia è la verifica delle cose comuni tra vari popoli anche molto distanti tra loro.

Alcuni pensano che queste somiglianze siano dovute alla fatidica Atlantide, un grande impero che governava sull'intero globo, poi finita in fondo al mare a causa delle proprie azioni.

La storia secondo libri di testo, dice invece che culture differenti possono trovare soluzioni simili.

In entrambi i casi la questione non cambia, che esso sia imprinting oppure soluzioni simili, i valori di base a cui si ispirano tutte le religioni, quindi tutte le culture sono le cose migliori dell'intera umanità.

Prima fase delle religioni: epurazione

Ma la religione quando si gerarchizza, qualunque essa sia, tende a eliminare il non controllabile, quindi tutte quelle idee che portano a considerare l'uguaglianza tra uomini (altrimenti non servirebbe gerarchia), l'empatia per il prossimo (altrimenti verrebbe meno il sistema di eliminazione), la natura umana come immersa nell'ambiente (altrimenti non si potrebbe fare leva sulla punizione degli istinti), e così via, allontanandosi così dai suoi fondamenti di base.

Questo è successo con la religione ebraica, quella cristiana (sia cattolica, ortodossa o protestante), quella mussulmana, e anche in oriente (Confucianesiamo, Buddismo, Iduismo, ecc.).

Seconda fase: proselitismo

Dopo l'epurazione di solito una religione tende al proselitismo (o evangelizzazione qual si voglia dire), tentando di reintrodurre quei valori primari, spesso con il conta-gocce, tentando di trovare similitudini con culture che si vorrebbero "abbordare", a volte anche in maniera piuttosto forzata.

In questa fase la religione presa in esame riscopre usanze perdute nel periodo dell'epurazione, riadattandole al momento presente e al tentativo di "abbordaggio".

In questo periodo nascono così movimenti ideologici e culturali paralleli, spesso in aperto contrasto con la cultura che le ha generate direttamente o indirettamente, ad esempio la New-Age è la fase di ramificazione indiretta della cultura cattolica nel momento del sua evoluzione proselitistica, riscoprendo anche pratiche antiche, mescolandole tra loro, spesso fraintendendole, molto raramente capendole.

Spesso i cristiani ferventi pensano che la loro religione sia la più evoluta del mondo, non rendendosi conto che sono indietro di qualche secolo se non di qualche millennio rispetto ad alcune religioni estremo-orientali come ad esempio il moderno buddismo(per moderno buddismo non intendo il buddismo delle starlette di Hollywood che spesso cade nel ridicolo).

Con questo non voglio dire che l'una è meglio rispetto all'altra o viceversa, semplicemente che l'una è più giovane rispetto all'altra.

Ad esempio la compassione buddista è simile se non addirittura uguale alla solidarietà sociale cristiana.

Delle prime quattro civiltà che nacquero (mesopotamia, egitto, fiume giallo, fiume indo) l'unica ad aver mantenuto un suo equilibrio e continuazione storica (anche se più o meno precaria) è quella Taoista.

Terza fase: riorganizzazione

Ma continuiamo con l'evoluzione delle religioni... successiva alla fase di frammentazione e sfibramento, si ha una successiva riorganizzazione delle idee, riassorbendo in parte o tutte quelle linee nuove precedentemente create, tramite un'azione di coinvolgimento sociale... ad esempio, la cultura ebraica ha radicato le relazioni sociali sulla religione, dove i rabbini sono oltre che simili ai nostri preti, anche studiosi della cultura ebraica, sia religiosa, che sociale, che storica e culturale, quindi iper-radicati sia tra i fedeli che nel territorio, veri e propri funzionari oltre che del culto anche delle faccende del popolo.

Quarta fase: semplificazione

Dopo la riorganizzazione le religioni si trovano ad avere molti esperti della propria dottrina, che assorbono dalla società le questioni di risalto, tentando di dare risposte concrete ai fedeli e alla società, senza trincerarsi dietro gli assiomi specifici della propria fede, in questa fase coesiste una confusione e moltitudine di "Guru", "Teologi", "professori di fede", ecc.

Tutti questi esperti, veri o presunti tali, tentano di dare risposte, spesso finendo in vicoli ciechi, altre volte riuscendo a piegare le dottrine alle necessità contingenti, altre ancora ottenendo vere e proprie dottrine ex-nove, ottengono una eterogeneità all'interno degli stessi dogmi.

Un esempio di questo stadio è l'attuale religione induista, essa ha una forma dottrinale unica, suddivisa in tanti filoni di pensiero quanti sono i "guru", i quali in realtà non rispondono direttamente ai presunti detentori della dottrina unica... inoltre la gerarchia ecclesiale è inesistente, proprio a causa dello stadio di evoluzione....

Quinta fase: da religione a filosofia, il ritorno alle origini

In questa ultima fase il concetto divino perde la sua connotazione mitica, rientrando a piene mani in un'ambito di tipo filosofico, sociale, e di "prospettiva" di esistenza.

In pratica si arriva allo stadio di aggettivante di sincretismo allo stato puro, ovvero esiste una filosofia, essa era una religione, tramite lo studio di questa ex-religione-neo-filosofia si ottiene una prospettiva della vita in grado di poter, almeno intravedere, i valori primari dell'umanità, rendendosi conto che in realtà tutte le religioni e i loro ideatori sono partiti dal tentativo di avere una prospettiva del divino per risolvere problemi pratici e sociali.

Quindi in pratica tutte le religioni sono come piccole telecamere che inquadrano una o più facce dello stesso oggetto, il quale dovrebbe essere utile alla soluzione completa di qualsiasi problema sociale.

Detta ancora in maniera più semplice, i "fedeli" e gli "studiosi/sacerdoti" sono in realtà parte di un meccanismo di confronto paritetico per esplorare contemporaneamente sia il divino che il sociale, attingendo a qualsiasi conoscenza possa essere utile al benessere sia personale (fisico, psicologico, spirituale, ecc.), sia sociale.

Un esempio è il Taoismo, che come ho già spiegato si è evoluto fino a perdere completamente la sua parte religiosa, ma evolvendo la sua parte filosofica.

Il problema in questa fase consiste in alcuni elementi che tentano di riportare la religione in questione in ambito prettamente teologico, spesso creando vere e proprie nuove religioni, ripartendo quindi dalla fase di epurazione.

Fortunatamente nel Taoismo esiste solo una piccola minoranza in Cina, che senza troppa convinzione sta tentando di ripartire con gli dei animisti, e un Taoismo a loro dire "pulito", in realtà il loro risultato è pressochè nullo.... se non a volte un po' ridicolo....... ovviamente a mio giudizio.... ma potrei sbagliarmi....


Come si può vedere alla fine il sincretismo è quel processo inevitabile a cui, in fasi alterne, ogni religione tende, al fine di trasformarsi in filosofia, per ricentrarsi nei valori primari dell'umanità.

giovedì 20 gennaio 2011

Il maestro nella meditazione: Se incontri un Budda per strada, uccidilo!!

Se incontri un Budda per strada, uccidilo!
Questo è un simpatico Koan che racchiude in se la visione che si deve avere nei confronti di persone che si mostrano a noi come i "veri illuminati", detentori di verità a loro dire "assolute".

Nella meditazione molte volte la si impara da uno o più maestri, o che noi riteniamo tali.
La cosa interessante è il ciclo che si crea tra allievo e maestro....

"Maestro" o "Maestra" mi sa un po' da scuola elementare ....
L'insegnante in oriente, specialmente in Giappone, lo si definisce Sensei... ma in giappone Sensei ha anche significato sarcastico di "presunto leader megalomane" .... quindi il termine con questa doppia accezione è molto Taoista!
La cosa interessante è che se esiste un Sensei esiste anche un Senpai (studente anziano) e quindi un San (semplicemente sig./sig.ra, che nelle arti marziali sarebbe il novizio)... in giapponese esistono tante sfumature tra questi tre termini, ma mi fermo qui per brevità.

Ma partiamo con la prima fase:

Le persone, prima di intraprendere un percorso qualsiasi di meditazione o pratica relativa (arti marziali, pratiche olistiche, ecc.), si informano, acquisendo un enorme bagaglio di conoscenze alla rinfusa, spesso contrastanti tra loro, alcune addirittura errate o capite malissimo....

Sebbene tutto, la persona si guarda intorno, un po' smarrita, sognando qualcuno che lo aiuti a dirimere un po' di nebbia.

Se si ha fortuna, un po' di prudenza, e a volte pazienza, si incontra un Sensei, diventando così San in una determinata disciplina.

In questo primo passo spesso si inizia ad ammirare le doti del Sensei, tentando di acquisire il più possibile, venendo ad essere quasi abbagliati dalla bravura del maestro....

....da parte del maestro le gatte da pelare non sono poche...

L'allievo più "inspirato" è spesso quello che ha tantissime nozioni alla rinfusa, una confusione mentale ai massimi livelli, e riuscire ad ordinargli le idee e snebbiarlo da falsi preconcetti è un lavoraccio degno del lavoro in miniera di carbone.....

Il Sensei però ha degli alleati: i Senpai, i quali sono allievi anziani, quasi maestri a loro volta, che seguendo le indicazioni del Sensei affiancano l'allievo, e tentano di assisterlo, specialmente nell'evitare errori e inconvenienti vari....

L'allievo di per sé vede i Senpai con invidia, vorrebbe essere al loro posto e spesso non capisce come questi siano arrivati a certi livelli.

In questa fase: Il Sensei mostra al San cosa fare e come
Emozione del San per il Sensei: Affetto, in alcuni casi quasi cieco
Emozione del Sensei per il San: Preoccupazione!! Tanta preoccupazione!


Seconda fase:

Una volta che l'allievo inizia a snebbiarsi la mente dai falsi preconcetti, e dalle false informazioni, inizia a provare soddisfazione per sé stesso, vede il Senpai come un amico, e inizia ad intravedere i difetti del Sensei, specialmente quando viene richiamato anche in maniera brusca del tipo:
"Tu fai questo da tanto e non l'hai ancola impalato bene! 
Col cavolo che io passale te a livello successivo!"
Per il Sensei si intrufola l'idea che se l'allievo non lo si tiene in tensione si potrebbe generare una serie di meccanismi di autovalutazione erronei, quindi è la fase in cui il Sensei vuole dimostrare di essere uno di quelli bravi e professionali, creando anche barriere emotive, e così facendo mostrando il fianco delle proprie emozioni (Morihei Ueshiba, fondatore dell'Aikido, diceva che quando si è troppo rigidi si perde l'equilibrio).

Anche in questa fase intervengono i Senpai, che questa volta prendono le difese dell'allievo, grazie a questi validi collaboratori, un bravo Sensei capisce come ritornare ad una critica equilibrata nei confronti dell'allievo, sempre e comunque tenendolo in tensione, ma facendo capire all'allievo che è sulla strada giusta.


In questa fase: Il San fa, il Sensei giudica
Emozione del San per il Sensei: Affetto, ma diventa anche critico
Emozione del Sensei per il San: Affetto, interesse, condita con un po' di preoccupazione

Terza fase:

L'allievo apprende in maniera disciplinata l'arte del Sensei, si appoggia ai Senpai per le delucidazione e usa i Senpai come cartina tornasole del proprio avanzamento, la soddisfazione per la disciplina aumenta così come l'ammirazione per i Senpai, mentre nei confronti del Sensei si insinua risentimento, a volte quasi un fastidio viscerale....

Per il Senpai la vita si fà più semplice, diventa ago della bilancia tra Sensei e San, imparando come in futuro poter anche come insegnare.

Per il Sensei è il momento più oscuro... rimane interdetto se far passare ai livelli successivi il San o farlo rimanere in quello stato, sa che se sceglie il momento sbagliato, anticipando il passaggio il suo allievo si monterà la testa, e di sicuro combinerà problemi, se invece ritarderà il passaggio rischia di stancare l'allievo, facendogli abbandonare il percorso....


In questa fase: Il San e il Sensei praticano fianco a fianco
Emozione del San per il Sensei: Disaffezione, a volte vero odio
Emozione del Sensei per il San: Rimane interdetto, sa che deve prendere l'attimo e che se sbaglia sarà un disastro


Quarta fase:

L'allievo è diventato un Senpai, il braccio destro o sinistro del Sensei, inizia a rivalutare il Sensei, comprendendo un po' alla volta i motivi del comportamento del suo maestro, l'arte e la disciplina diventano cosa di tutti i giorni.

Il nuovo Senpai quindi vive nell'arte del maestro e nella disciplina, ringraziando i vecchi Senpai che nel frattempo si sono allontanati diventando a loro volta Sensei, sa che anche lui prima o dopo sarà un Sensei, ma non ha fretta, anzi, quasi gli dispiace passare a una fase successiva.

Il Sensei in questa fase è al suo picco d'orgoglio, ha un nuovo Senpai, ha sudato venti camice per insegnargli l'arte e la disciplina, sa che ha fatto un buon lavoro, vedendo il proprio allievo che è arrivato ad un buon livello ha quasi tristezza nel sapere che la fase successiva può essere solo l'abbandono come nuovo Sensei di quell'allievo che si è dato da fare.

Osserva con attenzione il suo allievo dandogli consigli su come, un po' alla volta, imparare ad insegnare.


In questa fase: Il Senpai mostra, il Sensei osserva, i due dialogano alla pari

Emozione del Senpai per il Sensei: Perdono ed empatia per il maestro, grande rispetto
Emozione del Sensei per il Senpai: Soddisfazione e un po' di tristezza

Quinta Fase:

A questo punto il Senpai inizia a verificare e sperimentare strade che il proprio Sensei non ha avuto tempo o modo di percorrere, si confronta con il maestro come ad un fratello maggiore, nei confronti degli allievi più giovani tenta di aiutarli come può, anche a volte parlando chiaramente con il proprio Sensei.

Per il Sensei è il tempo di raccolta, si confronta con il proprio Senpai, discute con lui su come evolvere le tecniche di insegnamento, e la stessa disciplina e arte, insegna al proprio Senpai come sfruttare le doti di Sensei, capisce di non aver perso tempo.


In questa fase: Il Senpai evolve, il Sensei evolve

Emozione del Senpai per il Sensei: Riconoscenza e rispetto
Emozione del Sensei per il Senpai: Rispetto, soddisfazione e un po' di tristezza

E infine...

E infine colui che ha iniziato come allievo esce come Sensei...
E il Sensei per ogni allievo che esce, cresce, facendo crescere le proprie capacità, la propria arte, la divulgazione della propria disciplina....
Entrambi si assumono il rischio di evolvere, coscienti che a volte potrebbero essere delusi, amareggiati, o altro.

Ma non sempre...

Ma non sempre è una storia a lieto fine, ci sono allievi che fraintendono le parole e gli atti dell'insegnante, insegnanti che non insegnano, Senpai assenti.... falsi profeti e false discipline e arti... ma se una cosa interessa non ci si deve scoraggiare ma provare, provare, provare.... a volte anche provare a cambiare insegnante.... o allievi....

Per oggi questo è tutto, alla prossima settimana!

mercoledì 12 gennaio 2011

Il Taoismo: una prospettiva antica quanto la storia dell'Uomo

Le prime società e città organizzate dell'umanità nacquero tra il 6000 a.C. (8000 anni fa) e il 4000 a.C. (6000 anni fa), tutte vicino a corsi d'acqua importanti come il fiume Indo(India), il fiume Giallo(Cina), il Nilo(Egitto), e la mezza luna fertile tra il Tigri e l'Eufrate(Mesopotamia, attuale Iraq)


Da noi in occidente studiamo le prima società egiziane e mesopotamiche, ma appena si accenna alle società e civiltà nate vicino alle sponde all'Indo, e ancora meno per la società che fiorì lungo il fiume Giallo.

Secondo l'archeologia di qualche anno fa si dava come più antica quella dell'Indo, invece secondo alcuni ritrovamenti recenti, pare che la società comparsa lungo il fiume Giallo sia nata parallelamente, precedendo di alcuni secoli quelle che invece ci fanno studiare a scuola da bambini.

Le caratteristiche della prima società lungo l'Indo non sono molto dissimili da quella mesopotamica: uso delle esondazioni per avere raccolti floridi, società matriarcale poi "evolutasi" in patriarcale, prime strutture militari ed economiche, cristalizzazzione della società in regni più o meno armati, successive guerre ed emigrazioni, colonizzando così i territori circostanti.

Le città nate lungo il fiume Giallo, oltre a queste caratteristiche comuni, sembra che si differenziassero per la nascita quasi immediata di punti di scambio commerciali e di rifornimento, una prima moneta formata da gusci di tartaruga, usata anche per divinazioni e fare calcoli sulle merci, sui tempi e tutto quello che potrebbe servire ad un commercio più o meno "primitivo".
Ciò ancora da capire è come mai ad esempio la cultura agricola cinese nasce in altri posti come nel fiume Yangtze, per poi commerciare lungo il fiume Giallo.... ma studi sono ancora in corso....

Quindi in sintesi, mentre le altre tre situazioni si sviluppano sopratutto per l'agricoltura, quella del fiume Giallo si sviluppa anche per un commercio più o meno serrato.

Sappiamo che nell'antichità si studiava la natura per due motivi principali:
  • Scongiurare catastrofi (inondazioni, siccità, alluvioni, ecc.)
  • Orientarsi per viaggiare (dalle stelle e dal paesaggio circostante)

Questi due motivi derivavano da bisogni differenti quali ad esempio:
  • Preservare i raccolti
  • Commerciare
  • Cacciare

Chi commerciava era sottoposto poi a pericoli di ogni sorta come ad esempio:
  • Perdita delle merci durante l'attraversamento di guadi
  • Predoni e malviventi vari
  • Attraversamento di zone di guerra

Ma chi commerciava aveva anche la possibilità di confrontarsi con altre idee, altre forme di società ed altri modi di vivere.

Quindi, almeno inizialmente, la società cinese ebbe la possibilità di sviluppare idee eterogenee e sviluppare una enorme sensibilità nei confronti della natura, sviluppando anche una discreta conoscenza iniziale degli astri e dei loro movimenti.

Dall'osservazione attenta dell'ambiente circostante e dal confronto diretto tra idee si sviluppò il primo Taoismo, come una sorta di tentativo di spiegare e sopratutto prevedere gli elementi naturali e umani.

La sua evoluzione nei secoli sarebbe lunga da spiegare, basti pensare che il "canone taoista" ad oggi si compone di più di cinquemila (5000) testi scritti, il cui primo riordino si ebbe solo nel 400 d.C., ma alcuni testi più antichi sono stati anche persi durante la storia tormentata della Cina.

Ad oggi il termine "Taoismo" può indicare varie cose:
  • Una teologia animista, spesso ormai cristallizzata e con elementi di forte superstizione
  • Un tipo di medicina sviluppata tramite una prospettiva dove i vari organi sono visti nelle loro interazioni
  • Una filosofia complessa, molto vicina "all'indagine sull'essere in quanto tale", cara ad Aristotele
  • Una metodologia di esame degli eventi della vita, che spesso entra bene in sintonia con alcune scoperte scientifiche psicologiche e sociali moderne

In pratica quando si parla di Taoismo al giorno d'oggi non si sta parlando di nulla, il termine Taoismo è diventato quindi un aggettivo, che sta ad indicare una determinata prospettiva da cui partire per una disamina secondo un metodo antico di millenni.

Le prime basi
Accennerò brevemente alcuni principi base, enunciando poi alcune "sentenze" semplificate in maniera da renderle più o meno comprensibili anche a noi occidentali.
I seguenti principi sono in realtà comuni a molte teorie e filosofie orientali e non solo.
Sono comunque anche le basi su cui si svilupperà gran parte del Taoismo nella sua concezzione sia metodologica che filosofica.

Principio di ciclicità : Tutto è ciclico
In quanto :
L’esistenza in quanto tale è un ciclo

Tutte le cose sono soggette al ciclo Universale

L’Uomo percepisce solo un infinitesimo segmento del ciclo Universale


Meditare sulla ciclicità o non ciclicità dell’Universo porta a dimostrare la sua ciclicità

Principio di mutamento : Tutto è in mutamento
In quanto:
Tutto cambia, anche il cambiamento

Principio di cambiamento : La sostanza prima non cambia, cambia solo la forma
In quanto:
La forma è l'unica cosa che i nostri sensi acquisiscono

La sostanza prima è non rilevabile dai nostri sensi


Se cambiasse anche la sostanza prima di cui si compone un oggetto, quell'oggetto non sarebbe più identificabile come simile all'oggetto di partenza

Principio di equilibrio : Tutto è in equilibrio costante
In quanto :
Il mutamento di un oggetto in posizione di disequilibrio, o tende a tornare allo stato iniziale, o esiste un qualcosa che equilibra la sua posizione.

Come esercizio:
  • Provate a meditare prima su uno dei quattro principi
  • Poi su tutti e quattro i principi insieme
  • Infine provate a cercare di rivedere tutte le dinamiche che vi circondano secondo questi principi, sia le dinamiche umane che quelle naturali

Come ultima nota finale ricordate che il metodo taoista di analisi del comportamento umano, fu ripreso da Carl G. Jung, uno dei padri della psicologia nella sua accezione moderna.

giovedì 6 gennaio 2011

Autocritica: "dove ho sbagliato?"

Dopo la pausa per le festività ritorniamo a parlare di meditazione andando a toccare un argomento un po' critico: l'autocritica


Wikipedia definisce l'autocritica come:
L'autocritica è esaminare e giudicare il proprio comportamento al fine di migliorarlo.
.............
È il risultato di una rigorosa riflessione personale e di gruppo.

L'autocritica in occidente nasce in ambito politico e in special modo nell'applicazione dell'ambito Marxista.
Sempre in politica diventa pratica e metodologia primaria del Maoismo.
In questo ambito viene utilizzata per risolvere i problemi di partito sia ideologici che pratici che amministrativi, oltre che per far umiliare pubblicamente dissidenti e oppositori politici.





Con altra accezzione e in un altro ambito rientra nella fede cristiana con la denominazione "Esame di coscienza", ottenendo nella fede cattolica una pratica dedicata chiamata "Confessione dei peccati".



Fatta questa precisazione storico culturale, l'abbandoniamo, dedicandoci ad alcuni studi di tipo psicologico e sociali (psico-sociale) su questa pratica, spesso inconscia, ed a volte molto nociva.

Nella psicologia si studia le modalità di autocritica nei casi di ansiosità e di depressione, ottenendo l'indentificazione di quella che viene chiamata "autocritica svalutativa" 

L'autocritica svalutativa è quella modalità di giudizio nei confronti di sè stessi atta al deprezzamento delle proprie capacità, affettività, emotività e instintualità, oltre che della propria intelligenza.
In pratica è come rovesciarsi addosso una serie di vagonate di spazzatura, per poi sguazzarci dentro.
Diventa chiaro che questo tipo di autocritica non ci aiuta nè ci fà crescere, anzi ci sminuisce di fronte ai nostri stessi occhi inducendoci uno stato di bassa autostima....

Definita l'autocritica svalutativa e capendo che non ci può essere utile, la psicologia ci viene in soccorso definendo "l'autocritica rivalutativa".

Questo tipo di autocritica si basa proprio sulla propria autostima e la misura di essa.
Una persona con una buona autostima ha la forza di analizzare sè stesso, comprenderne gli errori e i problemi, e successivamente trovare soluzioni e continui metodi di migliormanto, in pratica è il mettersi in gioco in continuazione, cosciente dei possibili fallimenti, e dei possibili successi.

Nel mondo orientale e della filosofia taoista esiste quella pratica che spesso viene chiamata "il ridere di sè"

Proviamo un po' esercizi:
Immaginate di vedervi allo specchio, qual'è la cosa che trovate più buffa di voi?
Se non trovate nulla, guardate meglio... ma se proprio non la trovate vi consiglio di rimettere i piedi per terra....
Se trovate tutto di ridicolo, cercate quello che invece vi piace di voi... se non lo trovate cercate meglio... se ancora non lo trovate vi consiglio di giudicarvi un po' meglio, e trovare i punti del vostro aspetto che potete migliorare subito ... magari rimpinguando la vostra autostima....

Questo esercizio serve per ricordarvi che siamo umani, buffi, ma non troppo, seri, si fà per dire....

.... noi tutti viviamo una commedia, che stà a noi recitarla, secondo un copione che dobbiamo inventarci al momento, su un palco enorme chiamato realtà....
Se vi sentite seri, sorridete ... siete buffi!
Se piangete, sorridete ... siete buffi!
Se vi sentite arrabbiati, sorridete ... siete buffissimi!!!
Da questo principio si basa l'autocritica taoista "ridere di sè".


Una volta che riuscite realmente a sorridere di voi stessi, anche se un secondo prima vi siete arrabbiati, avete pianto, o peggio ancora vi siete sentiti seri, benvenuti nel club dei beati taoisti ...


Secondo il taoismo infatti anche i santi e i profeti non possono essere sempre seri, anzi...


L'autocritica taoista si fonda infatti sulla similitudine tra animali buffi e l'uomo....
ad esempio una scimmia

Riuscireste a imitare una scimmia? Fatelo!
Come vi sentite? Buffi? Bravi!

Cosa di voi era più scimmiesco? Magari siete pelosi come una scimmia, oppure riuscite bene a emettere il verso della scimmia, o qualsiasi altra cosa...
Adesso provate a pensare di vedervi da fuori che imitate la scimmia... siete buffi vero? State sorridendo... O sbaglio?

Se non ci riuscite con la scimmia provate con qualsiasi altro animale che trovate buffo...

Bene! Fatto quest'ultimo esercizio ora a ritorniamo in noi:
Cosa della vostra vita è buffa?
E cosa vorreste migliorare?
Come fareste?
Qual'è la prima azione che potete fare?
Quali potrebbero essere gli ostacoli?
Come superarli?

Meditate su questo, potete usare :

E mentre lo fate ricordate... sorridete... siete buffi come un re delle scimmie!!!!!