Sincretismo è una parola dalle origini greche che significherebbe "coalizione cretese" indicando il mettere da parte posizioni differenti per difendersi da pericoli esterni.
In antropologia
La cosa interessante da notare è la connotazione antropologica del termine, ovvero il concetto secondo cui tutte le religioni hanno un fondo comune dal quale se ne ricavano i veri valori a cui tutti gli esseri umani dovrebbero ispirarsi: amore, fratellanza, empatia verso il prossimo, provenienza da una umanità comune sotto lo stesso cielo, ecc.
Questi valori li ritroviamo in molte pratiche di preghiera e meditazione dall'estremo oriente all'estremo occidente, dai popoli africani agli inuit del polo nord.
Una delle cose che mi ha sempre affascinato dello studio dell'antropologia è la verifica delle cose comuni tra vari popoli anche molto distanti tra loro.
Alcuni pensano che queste somiglianze siano dovute alla fatidica Atlantide, un grande impero che governava sull'intero globo, poi finita in fondo al mare a causa delle proprie azioni.
La storia secondo libri di testo, dice invece che culture differenti possono trovare soluzioni simili.
In entrambi i casi la questione non cambia, che esso sia imprinting oppure soluzioni simili, i valori di base a cui si ispirano tutte le religioni, quindi tutte le culture sono le cose migliori dell'intera umanità.
Prima fase delle religioni: epurazione
Ma la religione quando si gerarchizza, qualunque essa sia, tende a eliminare il non controllabile, quindi tutte quelle idee che portano a considerare l'uguaglianza tra uomini (altrimenti non servirebbe gerarchia), l'empatia per il prossimo (altrimenti verrebbe meno il sistema di eliminazione), la natura umana come immersa nell'ambiente (altrimenti non si potrebbe fare leva sulla punizione degli istinti), e così via, allontanandosi così dai suoi fondamenti di base.
Questo è successo con la religione ebraica, quella cristiana (sia cattolica, ortodossa o protestante), quella mussulmana, e anche in oriente (Confucianesiamo, Buddismo, Iduismo, ecc.).
Seconda fase: proselitismo
Dopo l'epurazione di solito una religione tende al proselitismo (o evangelizzazione qual si voglia dire), tentando di reintrodurre quei valori primari, spesso con il conta-gocce, tentando di trovare similitudini con culture che si vorrebbero "abbordare", a volte anche in maniera piuttosto forzata.
In questa fase la religione presa in esame riscopre usanze perdute nel periodo dell'epurazione, riadattandole al momento presente e al tentativo di "abbordaggio".
In questo periodo nascono così movimenti ideologici e culturali paralleli, spesso in aperto contrasto con la cultura che le ha generate direttamente o indirettamente, ad esempio la New-Age è la fase di ramificazione indiretta della cultura cattolica nel momento del sua evoluzione proselitistica, riscoprendo anche pratiche antiche, mescolandole tra loro, spesso fraintendendole, molto raramente capendole.
Spesso i cristiani ferventi pensano che la loro religione sia la più evoluta del mondo, non rendendosi conto che sono indietro di qualche secolo se non di qualche millennio rispetto ad alcune religioni estremo-orientali come ad esempio il moderno buddismo(per moderno buddismo non intendo il buddismo delle starlette di Hollywood che spesso cade nel ridicolo).
Con questo non voglio dire che l'una è meglio rispetto all'altra o viceversa, semplicemente che l'una è più giovane rispetto all'altra.
Ad esempio la compassione buddista è simile se non addirittura uguale alla solidarietà sociale cristiana.
Delle prime quattro civiltà che nacquero (mesopotamia, egitto, fiume giallo, fiume indo) l'unica ad aver mantenuto un suo equilibrio e continuazione storica (anche se più o meno precaria) è quella Taoista.
Terza fase: riorganizzazione
Ma continuiamo con l'evoluzione delle religioni... successiva alla fase di frammentazione e sfibramento, si ha una successiva riorganizzazione delle idee, riassorbendo in parte o tutte quelle linee nuove precedentemente create, tramite un'azione di coinvolgimento sociale... ad esempio, la cultura ebraica ha radicato le relazioni sociali sulla religione, dove i rabbini sono oltre che simili ai nostri preti, anche studiosi della cultura ebraica, sia religiosa, che sociale, che storica e culturale, quindi iper-radicati sia tra i fedeli che nel territorio, veri e propri funzionari oltre che del culto anche delle faccende del popolo.
Quarta fase: semplificazione
Dopo la riorganizzazione le religioni si trovano ad avere molti esperti della propria dottrina, che assorbono dalla società le questioni di risalto, tentando di dare risposte concrete ai fedeli e alla società, senza trincerarsi dietro gli assiomi specifici della propria fede, in questa fase coesiste una confusione e moltitudine di "Guru", "Teologi", "professori di fede", ecc.
Tutti questi esperti, veri o presunti tali, tentano di dare risposte, spesso finendo in vicoli ciechi, altre volte riuscendo a piegare le dottrine alle necessità contingenti, altre ancora ottenendo vere e proprie dottrine ex-nove, ottengono una eterogeneità all'interno degli stessi dogmi.
Un esempio di questo stadio è l'attuale religione induista, essa ha una forma dottrinale unica, suddivisa in tanti filoni di pensiero quanti sono i "guru", i quali in realtà non rispondono direttamente ai presunti detentori della dottrina unica... inoltre la gerarchia ecclesiale è inesistente, proprio a causa dello stadio di evoluzione....
Quinta fase: da religione a filosofia, il ritorno alle origini
In questa ultima fase il concetto divino perde la sua connotazione mitica, rientrando a piene mani in un'ambito di tipo filosofico, sociale, e di "prospettiva" di esistenza.
In pratica si arriva allo stadio di aggettivante di sincretismo allo stato puro, ovvero esiste una filosofia, essa era una religione, tramite lo studio di questa ex-religione-neo-filosofia si ottiene una prospettiva della vita in grado di poter, almeno intravedere, i valori primari dell'umanità, rendendosi conto che in realtà tutte le religioni e i loro ideatori sono partiti dal tentativo di avere una prospettiva del divino per risolvere problemi pratici e sociali.
Quindi in pratica tutte le religioni sono come piccole telecamere che inquadrano una o più facce dello stesso oggetto, il quale dovrebbe essere utile alla soluzione completa di qualsiasi problema sociale.
Detta ancora in maniera più semplice, i "fedeli" e gli "studiosi/sacerdoti" sono in realtà parte di un meccanismo di confronto paritetico per esplorare contemporaneamente sia il divino che il sociale, attingendo a qualsiasi conoscenza possa essere utile al benessere sia personale (fisico, psicologico, spirituale, ecc.), sia sociale.
Un esempio è il Taoismo, che come ho già spiegato si è evoluto fino a perdere completamente la sua parte religiosa, ma evolvendo la sua parte filosofica.
Il problema in questa fase consiste in alcuni elementi che tentano di riportare la religione in questione in ambito prettamente teologico, spesso creando vere e proprie nuove religioni, ripartendo quindi dalla fase di epurazione.
Fortunatamente nel Taoismo esiste solo una piccola minoranza in Cina, che senza troppa convinzione sta tentando di ripartire con gli dei animisti, e un Taoismo a loro dire "pulito", in realtà il loro risultato è pressochè nullo.... se non a volte un po' ridicolo....... ovviamente a mio giudizio.... ma potrei sbagliarmi....
Come si può vedere alla fine il sincretismo è quel processo inevitabile a cui, in fasi alterne, ogni religione tende, al fine di trasformarsi in filosofia, per ricentrarsi nei valori primari dell'umanità.
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