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lunedì 25 maggio 2015

Ordine delle cose e stato d'animo

Nel precedente post avevo già accennato alla relazione tra l'ambiente circostante e noi stessi secondo le teorie dell'alchimia taoista. 
L'ambiente circostante non è semplicemente un insieme di oggetti che ci circonda ma è composto anche dalle relazioni e quindi delle altre persone che ci circondano, un insieme composito nel quale riuscire a ottenere un risultato che ci permette di evolvere e di stare bene non è assolutamente semplice o immediato. 
Anche solo considerare gli oggetti che ci circondano e tentare di riorganizzarli in maniera da risultare utili al nostro benessere a volte sembra essere molto complicato. 

L'alchimia taoista invita a considerare l'universo come una creatura auto-organizzata nel quale noi siamo immersi, ma siamo anche meccanismo e funzione intrinseci ad esso.
Essendo noi, operatori all'interno "dell'universo", nostro compito è quello di operare al fine di permettere "all'universo" di organizzarsi per consentire a noi una evoluzione verso "il cielo".

Detta in maniera più semplice quindi, l'ambiente circostante si auto-organizza e noi siamo attori operativi di questa condizione, inoltre il nostro fine deve essere quello di permetterci di considerare di più i nostri lati emotivi, intellettivi, ideativi.

A questo punto l'attenzione si pone ovviamente sulla questione di come possiamo esserlo in maniera a noi funzionale.
Poniamo un semplice esempio: immaginiamo una scrivania in confusione piena di oggetti dove non ci sia nemmeno un angolino libero per poter lavorare, a questo punto cosa dobbiamo fare? 
Molto spesso pensiamo di non avere tempo per poter ordinare le nostre scrivanie, lasciandole così in disordine, facendoci poi perdere ulteriore tempo per riordinarle nel momento in cui ci serviranno.
Una pratica interessante è quella utilizzata nelle officine metalmeccaniche dove ogni singola postazione viene riordinata al termine di ogni lavorazione. 
Ma che fare con una scrivania che utilizziamo tutti i giorni? 
Potrebbe essere utile considerare il fatto di riordinare la scrivania al termine di ogni giornata, ma di frequente ciò non accade, a causa della stanchezza provocata dalla giornata stessa.
Un'altra soluzione potrebbe essere riordinare la scrivania all'inizio della giornata, ma spesso siamo di fretta e quindi la scrivania rimane in continuazione nel caos più totale.
Una soluzione, che molto spesso trovo utile, è riordinare la scrivania alla fine o all'inizio della pausa pranzo, questo specialmente nei luoghi di lavoro.
In realtà, però, anche così molto spesso le scrivanie rimangono in disordine specialmente se sono quelle personali di casa, quindi una soluzione potrebbe essere quelle che a volte scherzosamente vengono definite "pulizie di Pasqua": Prendersi del tempo durante la settimana per riorganizzare  e riordinare la scrivania mettendo in primo piano e di facile accesso quelle cose che ci serviranno più di frequente, mentre le altre porle in bel l'ordine e catalogarle in modo tale da essere utilizzate nel momento del bisogno.

Queste procedure non vanno solo bene per riordinare le scrivanie ma anche la casa in generale, trasformando le nostre abitazioni in un rifugio funzionale alle nostre esigenze.
Una volta che tutti gli oggetti avranno trovato la loro locazione funzionale a noi, il nostro stato d'animo si trasformerà quasi magicamente.


Personalmente, quando ciò accade, io mi sento sollevato più libero e leggero, pronto a rimettermi in moto per ottenere nuovi risultati.
Secondo l'alchimia taoista, riuscire a disporre bene gli oggetti che ci circondano libera nuova energia che fluisce e rinvigorisce la nostra vita.


Vi lascio questa settimana con le seguenti domande: 

Come vi sentite una volta che avete terminato riordinare la vostra casa? 
Perchè?

lunedì 18 maggio 2015

Stato d'animo e ambiente

Una delle cose per cui ho sempre trovato interessante la filosofia Taoista e in particolar modo l'alchimia Taoista è la sua visione dell'uomo e delle relazioni che ha con il suo ambiente. 
L'essere umano è visto come congiunzione fra il "Cielo" e la "Terra". 

Con il termine "Cielo" si intendono quelle questioni che non hanno una possibilità di essere percepibile tramite i nostri sensi come ad esempio le idee, le emozioni, i sentimenti, ma anche quelle cose su cui l'esoterismo e la filosofia occidentale si sono concentrate come ad esempio i sogni, le energie spirituali, lo spirito e l'anima, ma questo lo affronteremo in seguito.

Con il termine "Terra" si intendono le questioni materiali ovverosia gli oggetti che ci circondano, ma anche le relazioni con gli altri esseri umani. 

Per quanto riguarda la "Terra", l'alchimia Taoista per prima ha messo in relazione l'ambiente con il nostro comportamento, ricavandone una correlazione di causa ed effetto. 
Se è pur vero che noi possiamo modificare le cose che ci circondano con il nostro agire, è anche vero che le cose che ci circondano condizionano il nostro essere. La stessa cosa fu evidenziata per le relazioni sociali. Grazie a questo insieme di conoscenze e di correlazioni fu creato il nocciolo fondante di quella disciplina chiamata Feng Shui. 
Come sempre, per qualsiasi altra disciplina di origine Taoista, essa fu poi contaminata ed integrata da altre idee e nozioni di origine buddista e shintoista. 

Sta di fatto che oggi la psicologia affronta le tematiche di correlazione tra ambiente e relazioni sociali in corrispondenza al proprio sé, in maniera scientifica, ma sembra aver riscoperto alcuni concetti che già l'alchimia taoista aveva messo in evidenza: il solo utilizzare colori differenti dal proprio stato d'animo per vestirsi o addobbare la propria casa potrebbero determinare una modificazione delle proprie emozioni, e questo ci potrebbe portare anche ad un allentamento dei nostri stati d'animo che più ci arrecano stress, ansia, o altre emozioni che ci fanno stare male. 

Secondo la Programmazione NeuroLinguistica (PNL) la vista è il maggior senso che noi utilizziamo, e ad ogni colore abbiamo associato (ancorato) nella nostra vita un determinato sentimento o emozione. Richiamare quindi quel colore potrebbe servire a richiamare nella nostra mente quella determinata emozione o sentimento. 

In questo ambito Alchimia Taoista, PNL e Psicologia ci stanno indicando che, se noi stiamo vivendo in una situazione scomoda, potrebbe essere utile iniziare a curare il nostro abbigliamento, la nostra casa e in generale gli oggetti che usiamo tutti i giorni, per poi proseguire con le relazioni sociali, o per come lo direbbe un tecnico della comunicazione, il nostro network sociale. 
Anche solo riuscire a cambiare prospettiva sul nostro abbigliamento o sulla modalità di arredamento della nostra casa non è semplice, ma per fortuna alcune tecniche derivate dell'alchimia Taoista e in particolare dal Feng Shui ci possono venire in soccorso con degli schemi, che, una volta imparati, ci permetteranno di poter cambiare la prospettiva sugli oggetti che ci circondano e sulle relazioni sociali in maniera semplice e quasi automatica. 

A questo punto vi lascio con due semplici domande: 
  • Qual è il vostro colore preferito? 
  • E quale sentimento o emozione avete collegato ad esso?

mercoledì 6 maggio 2015

Ritorno a scrivere

Dopo più di quattro anni di silenzio ritorno a scrivere in questo blog.

In questi quattro anni molte cose sono successe, molte prospettive sono cambiate.

Il mio precedente post parlava della crisi e di quello che in teoria potremmo fare per uscire da questa crisi. Ad oggi la crisi non è finita, e in alcuni ambiti sembra anche che le cose siano peggiorate.
Nel frattempo in questi 4 anni ho approfondito sia le mie conoscenze nel taoismo sia le mie conoscenze in ambito psicologico, le prime tramite dialoghi continui con persone che mi hanno portato a scoprire nuove modalità di interpretazione, le seconde tramite uno studio ancora in corso di tipo accademico a cui mi sono particolarmente appassionato.

Ultimamente sento molto spesso forti critiche nei confronti del passato frasi come "avrei dovuto fare di più", "la mia generazione non ha fatto abbastanza", "abbiamo sbagliato tutto", "non siamo riusciti a esprimere le nostre idee", "se oggi c'è la crisi il motivo è che la nostra generazione ha troppo aspettato agli altri", ecc.
Tutte argomentazioni che sembrano plausibili, sta di fatto la realtà dei fatti è questa di ora.

Ma se noi volessimo comunque uscirne?
Allora dovremmo chiederci "che cosa in sostanza avremmo dovuto fare in passato per non avere come risultato la situazione attuale?"
A prescindere dalle risposte che otterremo in questa domanda il risultato sarà comunque un senso di fastidio, di autocritica continua, l'impotenza, tutte sensazioni estremamente negative che potrebbero trasformarsi in una sorta di pandemia se noi non operiamo un'azione di un qualche tipo per trasformare queste emozioni in azione.

Ogni emozione negativa è un qualcosa da cui vorremmo fuggire. Questo è "bene", le emozioni negative sono una sorta di motore per agire!
Il problema principale sarà il come agire, il cosa fare per cambiare la situazione attuale.
In pratica dovremmo utilizzare queste emozioni negative e questi pensieri, non certo esaltanti, per pianificare un insieme di azioni al fine di compensare una situazione attuale di crisi, e trasformarla in una situazione a noi più favorevole. Operazione non certo semplice! 
Essa ha implicazioni che vanno nella psicologia, alla psicoterapia, alla sociologia, alla pianificazione e project management, alla gestione delle azioni, alle materie prime e anche alla relazione dei gruppi! 

Quindi è evidente che non basta un'unica persona per poter agire e cambiare la situazione di crisi generalizzata, ma sarà necessario trovare altre persone che abbiano realmente intenzione di cambiare l'attuale situazione!
La necessità, quindi, di un'azione di gruppo, è prioritaria! 
Ciò è a metà strada tra la politica, l'economia, la comunicazione e la tecnologia.

Nel taoismo troviamo che già in epoca in cui scienza, tecnologia, filosofia ed economia non erano evolute, per riuscire a entrare in un periodo di benessere partendo da una situazione di crisi, era evidenziata la necessità di un insieme di almeno dalle 5, meglio 8 persone.

Questi numeri non sono a caso ma bensì derivano dalla formalizzazione degli ambiti di esistenza dell'uomo e della sua complessità.
Questo primo nucleo di studio dovrebbe iniziare a muoversi analizzando la situazione e dovrà trovare azioni concrete per permettere, almeno ai membri del gruppo:
  • la sopravvivenza, 
  • la prevenzione ad ulteriori crisi, 
  • e infine il miglioramento dello status di gruppo, 

man mano che questa procedura andrà avanti, il gruppo si evolverà aumentando il numero iniziale di membri, creando così una rete sociale, il cui scopo sarà: 
  • la sopravvivenza dei singoli (del gruppo)
  • la prevenzione nei confronti delle crisi dell intera rete 
  • e il miglioramento sia della rete sia dei singoli.

Vi saluto con due domande: 
  • Siete disposti a impiegare periodicamente del tempo per far parte di un gruppo che abbia le caratteristiche sopra esposte? 
  • E se si, cosa siete disposti a fare nel gruppo?