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giovedì 16 dicembre 2010

Archetipo: un soggetto di meditazioni interessante

La parola archetipo è stata usata in molti campi, e spesso viene abusata da quel ramo della new-age che tratta delle entità percepibili ma non sensibili come ad esempio angeli, fantasmi, ecc. cioè tutto quello soggetto alla nostra percezione ma che non è rilevabile tramite i nostri sensi.

In realtà la parola archetipo ha un significato ben preciso ma per arrivarci dobbiamo provare a mettere insieme le varie prospettive e vedere se esso può avere a che fare con la meditazione o una sua pratica.

Partiamo dall'etimologia della parola archetipo:
- Archè vuol dire originale
- Tipo può significare immagine, modello, marchio, esemplare, ecc.


Detto questo vediamo in campo filosofico:
In filosofia un arhcetipo è una forma prima, primitiva, originale di pensiero, sia della sua forma che del suo contenuto, in pratica dato un pensiero primo (o indivisibile), esso è un archetipo se non è derivabile in tutto o in sua parte da altri pensieri... pura teoretica... ma potrebbe essere utile...


In ambito delle scienze della comunicazione:
Nell'ambito letterario e in generale dei mass-media (giornali, tv, internet, ecc.) un archetipo è una tipologia ad esempio di personaggio, come ad esempio l'eroe, l'antieroe, il cattivo, ecc.



In sociologia :
Un archetipo è un determinato comportamento che viene inquadrato in una o più categorie, ad esempio il ribelle, l'allievo modello, il genio, lo stupido, il diplomatico, il timido, ecc.
 
Vediamo in psicologia e più precisamente in psicoanalisi:
Carl G. Jung e il gruppo di psicoanalisti che lo seguirono, si addentrarono nella psiche umana e dovendo definire le idee innate le chiamarono archetipi.
La connotazione più interessante di un archetipo per Jung e il suo gruppo, è il fatto della loro connotazione emotiva.
In pratica un archetipo è un'idea con connotazione emotiva, probabilmente in parte derivata da eventi emotivi che acquisiscono connotazione anche simbolica, in più esso ha una parte conscia e una inconscia.

Detto questo proviamo a tirare le somme: cos'è un archetipo?
Un archetipo è un'idea che ha nella mente forma sensibile (simbolica) con contenuto emotivamente significativo, che è connesso ad un certo tipo di comportamento, e può essere riconosciuto da un gruppo di persone ed è connotato da un nome (nominalizzato)

Un archetipo ha quindi:
  • Nome
  • Emozione
  • Può essere rappresentato secondo i 5 sensi (Visivo, Uditivo, Olfattivo, Gustativo, Cenestetico)
  • Ha una componente conscia e una inconscia
  • Un comportamento associato
  • Un riconoscimento socio-antropologico (riconosciuto da un numero più o meno limitato di persone)

Bene ... a questo punto cosa centrano gli archetipi con la meditazione?
Abbiamo visto che i soggetti della meditazione possono essere anche aspetti cognitivi (post mappe), inoltre la meditazione permette di andare in profondità, facendo fuoriuscire anche emozioni o sensazioni che precedentemente erano inconsci (post respiro) oltre che meditare sul sensibile può essere utile per espandere le proprie capacità (post visualizzazione)

In pratica la meditazione si fonda su aspetti archetipali aiutandoci a comprenderci e migliorarci, migliorando quindi la nostra capacità di interpretazione, oltre che di sè anche degli altri.

Veniamo ora agli esercizi (come al solito vi invito prima a leggere le avvertenze scritte qui a fianco del post):

Esercizio 1: Meditazioni sugli archetipi infantili
Molti archetipi si creano nell'infanzia, dai genitori, dai fumetti, dalla tv, e dalle persone che in quel periodo ci circondavano.
Provate a pensare ad esempio al cartone animato che vi piaceva di più, qual'era il personaggio che più vi piaceva?
Cosa vi piaceva di lui/lei? Perchè?
Qual'era il suo comportamento?
Cosa c'è di lui/lei in voi?
Quale emozioni sentite ancora nei confronti di quel personaggio?
Che affinità esiste ad oggi tra il vostro comportamento e il suo?
A cosa vi serviva quel personaggio? Cosa vi ha insegnato? Vi serve ancora? Ha ancora qualcosa da insegnarvi? e se si cosa?
Domanda difficile : qual' è il riferimento comportamentale, ideale ed emotivo che rappresentava? ed ora?



Esercizio 2: Meditazione sul proprio destino
Il destino che cos'è se non un archetipo?
Come vi vedete tra 5 anni, tra 10 anni? tra 20 o 30 anni?
Quali sarano le cose costanti e quelle variabili di voi e del vostro carattere?
Come vi sentirete in quel periodo della vostra vita? Perchè? Per quale evento?
Domanda difficile: quali sono i simboli emotivi e quindi archetipali ricorrenti nella vostra vita e che saranno presenti anche nel futuro? E cosa determinano questi simboli nella vostra relazione con l'ambiente circostante?
Ricordatevi che la relazione con l'ambiente determina la risposta dell'ambiente stesso....


Esercizio 3: Disegnini in libertà.... 
Quando siamo annoiati e abbiamo un foglio di carta davanti e una penna facciamo spesso disegnini apparentemente senza senso ma in realtà è il nostro non-conscio che emerge...
Proviamo a fare questo esercizio:
Prendiamo un foglio di carta e una penna, chiudiamo gli occhi, respiriamo a fondo e iniziamo a fare disegnini che ci vengono appoggiando la penna, non dobbiamo sforzarci ma solo lasciare che la penna faccia segni sulla carta.
Quando siamo sazi di segni appoggiamo la penna.
Ora guardiamo quello che abbiamo fatto....
Che emozioni ci suscitano? Che idee o pensieri ci vengono in mente? Qual'è la sensazione che ci suscitano?
Scrivete le risposte su un foglio, il giorno dopo fate la stessa analisi e confrontate le risposte del giorno prima, quali le differenze, quali le somiglianze?

Bene con gli archetipi finisco qui anche se ci sarebbero da scrivere 200 libri sull'argomento... ma non vorrei annoiarvi.
Spero che anche questo post vi sia piaciuto come i precedenti.
Saluti!
 

giovedì 9 dicembre 2010

Mappe della mente: la meditazione con carta e penna!

Un altro post per sfatare il mito della meditazione come pratica "mistica":
La meditazione la si può attuare anche tramite carta e penna.
La prima cosa che ci potrebbe indurre nel contrario è l'associazione che ci hanno inculcato sullo scrivere e il concetto della prosa e dai testi greci e romani.

In oriente la scrittura di tipo ideografico ha sempre avuto una stretta correlazione con la meditazione.
Un ideogramma infatti rappresenta un concetto o una idea, il senso di quell'idea viene modificato o trasformato da altri segni aggiuntivi, o da ideogrammi successivi; in questa maniera la scrittura si trasforma in una mappa, la cui interpretazione la trasforma in significato.

In giappone la cosa addirittura si estremizza in quanto anche il tipo di segno grafico rappresenta il concetto stesso, questo ha creato il concetto di calligrafia giapponese detta anche shodo.




Un maniera efficace di meditare usando carta e penna (senza conoscere il giapponese o il cinese) è meditare disegnando schemi.
La psicologia, l'informatica e le altre materie scientifiche recenti, hanno scoperto un modo di usare la scrittura che facilitano la concettualizzazione e quindi la meditazione: la creazione di grafi.

Esistono inoltre grafi appositamente studiati per la esplicitazione e comprensione immediata di concetti ed espressioni personali e mentali.

Grafi Mentali:
  • Flow-chart
  • Mappe mentali
  • Mappe concettuali
I flow chart

I flow chart o diagrammi di flusso sono diagrammi che aiutano a rappresentare algoritmi.
Per algoritmi si intendono sequenze di azioni e scelte atte a risolvere problemi.
Come già esplicitato in precedenti post, la capacità di risolvere un problema è paragonabile se non equivalente alla capacità di gestire stress anche notevoli.
Ma approfondiamo il diagramma in questione.

Ci sono 5 fondamentali blocchi grafici:
  • Start: Inizio del processo

  • End: Fine del processo

  • Elaborate: Blocco di elaborazione

  • I/O: Blocco di acquisizione o esplicitazione delle informazioni detto anche di Input/Output

  • If: Blocco di test si/no, vero/falso


Un esempio potrebbe essere:




che molto semplicemente descrive la situazione in cui alla mattina suona la sveglia e bisogna capire se alzarsi dal letto oppure no....

Esercizio con i flow chart

Un esercizio dove poter congiungere la meditazione e i flow chart potrebbe essere tra le tante la seguente:
  1. Prendete un bel foglio di carta e una penna che scrive bene
  2. Rilassatevi e iniziate a pensare ad una volta in cui avete trovato una soluzione ad un problema
  3. Iniziate a scrivere sul foglio il blocco Start
  4. Scrivete uno dopo l'altro i passaggi che vi hanno portato alla soluzione del problema usando i blocchi Elaborate, I/O, IF
  5. Quando sentite che l'intero sistema di soluzione è stato descritto apponete il blocco End

Ora avete il vostro primo flow-chart, osservatelo, cambiereste qualcosa? Descrive esattamente ciò che avete fatto per risolvere la situazione?
Se no, evidenziate in rosso la parte che non vi aggrada, provate a prendere un'altro foglio di carta e ri-cominciate pensando, e rilassandovi, focalizzandovi con molta cura sulla parte che secondo voi deve essere rappresentata meglio.

questo esercizio potrebbe essere rappresentato in questa maniera con il flow-chart:




Le mappe mentali
Le mappe mentali sono rappresentazioni della conoscenza studiate da Tony Buzan fin dagli anni '60 e '70

Le mappe mentali, se fatte bene sono autoesplicative
(scarica la mappa con salva con nome, e analizzala bene)



Esercizio con le mappe mentali:

  1. Focalizzarsi su un argomento riferito a sè stessi
  2. Descriverlo tramite una mappa mentale
  3. Trovare nella mappa i punti deboli e quelli forti
  4. Come sanare i punti deboli e valorizzare quelli forti? 
  5. Scrivetelo come parte della mappa

Risulta più semplice migliorarsi così, o no?

Le mappe concettuali

Nel modello delle mappe concettuali :

  • La mappa si sviluppa a partire da un concetto iniziale, non radicandosi in esso
  • La logica di realizzazione è di tipo connessionista
  • Le relazioni tra i nodi sono orientate e devono essere esplicitate attraverso ad esempio verbi e connettivi.
  • La relazione tra due concetti costituisce una proposizione.
  • L’ insieme della mappa ha una struttura di significato che è data da concetti, relazioni, proposizioni.
  • Se le relazioni non sono esplicitate la mappa perde di significato.


Esercizio con le mappe concettuali
  1. Prendete la mappa mentale che avete costruito precedentemente  
  2. Provate a considerare tutti i nodi come concetti
  3. Trovate possibili relazioni tra questi concetti
  4. Eliminate quei concetti che paiono ridondanti e/o superflui
  5. Provate ad estendere la mappa concettuale tentando di esplicitare in particolar modo come sanare i punti deboli e valorizzare quelli forti
Bravi!
Avete appeno meditato in maniera molto approfondita su come migliorarvi!
Era così difficile?      Non penso...
Alla prossima!

giovedì 2 dicembre 2010

La visualizzazione: la tecnica dei bambini e dei geni

Benvenuti,
Dopo il post precedente sul respiro questa volta vorrei portarvi a considerare un altro strumento utile cioè la "visualizzazione".
Questo post l'ho suddiviso in parti tentando di creare una scheda sufficientemente completa di questa tecnica per iniziare a comprenderla.

Un po' di storia:
Questa capacità pare fosse di grandi del passato come ad esempio Leonardo, Michelangelo, e più recentemente Einstein e Von Neumann.

In occidente fino a qualche secolo fa era una capacità innata di pochi, i quali o venivano bruciati sul rogo (es.: Giordano Bruno) o diventavano famosi inventori o artisti, oggi invece è quasi una caratteristica obbligatoria per tutti coloro che hanno da fare con una creazione qualsiasi, dal costruire un muro, a progettare lo space shuttle.

Nel mondo orientale, specialmente in Cina e Giappone ma anche nei paesi dell'area sud-asiatica, è una capacità che veniva insegnata con le arti marziali, l'ingegneria, la medicina, la meditazione, e persino per la guerra (es. Sun Tzu).

Nel mondo sudamericano esistevano droghe e sostanze, che inducevano stati alterati di coscienza, che unita alla capacità di visualizzazione degli sciamani, provocavano "spostamenti di realtà"..... detta in maniera scientifica "allucinazioni" .... detta in maniera  sciamanica "passaggio ad altri mondi od ad altri livelli di coscienza"....
Molte di queste sostanze sono oggi presenti nei farmaci psicotropi e in alcune sostanze stupefacenti illegali...

Un po' di scienza:

La psichiatria ad oggi studia la visualizzazione con mezzi di ispezione celebrale, per comprendere quali aree del cervello vengono attivate nella memorizzazione, nella capacità inventive e di creazione.
Così facendo ha scoperto che, alcune persone che soffrono di un certo tipo di autismo, tramite la visualizzazione esatta di ciò che li circonda, riescono ad avere un quoziente intellettivo estremamente alto, queste persone vengono chiamate "savant" o "idioti sapienti".

La psicologia degli anni '60 e '70 studiò prima gli effetti delle sostanze psicotrope  usate dagli sciamani sudamericani, poi negli anni '80 e '90 si studiò la visualizzazione senza usare queste sostanze arrivando alle stesse conclusioni della filosofia orientale: per ottenere maggiore creatività è "sufficiente" esercizio, esercizio, esercizio
Si inizia così ad insegnare la visualizzazione agli astronauti, ai sportivi e infine anche ai politici, per poi divulgare tecniche "facili" anche per noi poveri mortali.

Cos'è :
Proviamo a partire dalla considerazione che la visualizzazione è la capacità di ricostruire e/o costruire visivamente nella mente un'immagine e/o una serie di immagini (filmati).
In pratica questa capacità è come sfruttare il cervello come un televisore o un computer con un sistema CAD.
Si basa sulla capacità del cervello di memorizzare dati visivi (immagini) per poi ricostruirli nella mente, cambiandone poi le caratteristiche (es. il colore, la forma, altro).
Come ogni capacità, essa è più o meno innata, molto sfruttata dai bambini per immaginare e sognare, ma poi, se non allenata, viene dimenticata.

Controindicazioni:
Alcuni farmaci possono alterare questa capacità, inoltre stati di depressione, ansia, a livelli cronici o non, possono indurre uno stato di incapacità nella visualizzazione.
Secondo quanto ho raccolto fino ad oggi se ne sconsiglia la pratica a chi è sottoposto a cura farmacologica con farmaci psicotropi (Psicolettici, Psicoanalettici, Psicodislettici), o chi è affetto da epilessia.
Ad oggi ho conosciuto alcuni medici specialisti nelle cure epilettiche, che hanno dovuto curare limitando la prescrizione di farmaci, che hanno insegnato specifiche tecniche di visualizzazione ai loro pazienti, ottenendo interessanti risultati, dal mondo accademico si attendono corrispettive verifiche e accreditamenti.

A cosa serve:
La visualizzazione è molto utile nella creatività e nel prevedere le conseguenze di azioni pianificate.
Tramite la visualizzazione possiamo avere un sistema di simulazione di qualsiasi cosa tramite un computer sempre aggiornato: la nostra mente!
Tramite la visualizzazione è possibile comprendere e meditare sui concetti di azione e reazione, e reinquadrarci all'interno di quel sistema complesso chiamato ambiente.
La visualizzazione infine ci permette di acquisire coscienza del nostro corpo e il suo movimento, migliorando le nostre prestazioni atletiche e/o sportive.
La visualizzazione ci permette di prevedere situazioni e poter fare scelte preventive di fornte a problemi ripetitivi abbassando così i nostri livelli di stress.

Esercizi
Per allenarsi nella visualizzazione è sufficiente fare pochi esercizi, magari tutti i giorni.

Esercizio 1:
Guardatevi intorno, trovate un oggetto specifico (di solito si inizia da un oggetto piccolo e semplice), osservatelo, studiatelo, poi chiudete gli occhi e provate a ricostruire l'immagine dell'oggetto, ci sono dettagli che vi mancano? Bene!
Aprite gli occhi e studiate ancora l'oggetto ricostruito, cercate i dettagli che vi mancavano, studiateli, poi chiudete gli occhi e provate a completare l'immagine dell'oggetto.
Se ancora non siete soddisfatti ripetete il processo di studio, analisi e ricostruzione mentale.
Alla fine avrete nella mente il vostro oggetto.
Esercizio 2:
Ricostruite nella mente un oggetto specifico e reale, poi iniziate a pensare di osservarlo da posizioni differenti, poi in movimento, e provate a farlo muovere in maniera divertente, simpatica o in qualsiasi altra maniera.
Esercizio 3:
Ricostruite nella mente un oggetto specifico e reale, poi iniziate a pensare di cambiargli il colore, la dimensione di alcuni lati, o altra caratteristica, ci riuscite? se si ok, se no, nessun problema, un bel respiro e con calma riprovate
Esercizio 4:
Ricostruite nella mente un oggetto specifico e reale, poi iniziate a pensare di cambiargli alcune caratteristiche (colore, forma) ed osservatelo in posizioni differenti mentre si muove nello spazio

Commenti finali:
Siete riusciti in questi esercizi? Quanto ci avete messo? Vi risulta semplice?
Ora un po' alla volta provate con oggetti sempre più complessi, poi provate con insiemi di oggetti e infine avrete riacquisito la capacità di immaginare interi mondi, oggetti più o meno complessi, ecc., così come facevate da bambini.
Così come si esercita la visualizzazione con immagini così la visualizzazione può essere fatta con suoni, musica, odori, sapori, sensazioni fisiche (tatto, calore, ecc.).
Si dice che Beethoven a causa della sua sordità riuscisse a comporre la musica nella sua mente.... dicesi questo processo "Visualizzazione Uditiva".
Dato che i sensi sono 5, 5 saranno i tipi di visualizzazione:
Senso -> tipo di visualizzazione
Vista -> visualizzazione visiva
Udito -> visualizzazione uditiva
Tatto -> visualizzazione tattile
Olftatto -> visualizzazione olfattiva
Gusto -> visualizzazione gustativa
Per coloro che contemporaneamente riescono a fare tutte e 5 le visualizzazioni  per lo stesso oggetto si chiama anche visualizzazione totale.
Questo tipo di visualizzazione è una capacità che permette di essere molto vicino ai molti grandi del passato, oltre che avere delle capacità creative praticamente illimitate.


Con questo per ora è tutto,
Buon esercizio!

giovedì 25 novembre 2010

Respiro della vita.....

Abbiamo visto nei post precedenti che lo stress cattivo, chiamato distress, può produrre patologie fisiche anche gravi.
Il primo effetto fisiologico che il distress produce è sul respiro e la respirazione:
Apnee, iperventilazione, respirazione contratta, ecc. produce alla lunga sui polmoni, la trachea e gli altri organi del respiro, oltre che all'ossigenazione del sangue, problematiche non indifferenti che poi si trasformano in patologie fisiologiche.

Come poter respirare in modo corretto anche quando siamo sotto l'effetto del distress?

La questione su come respirare in maniera opportuna anche in situazioni di stress, è una domanda che fin dalle sue origini si è posto anche il Taoismo.

Il Taoismo è tra le altre cose una filosofia che si è posta l'obiettivo di studiare tecniche per allungare il più possibile la vita, prossimamente affronterò l'argomento sul Taoismo e mi serviranno vari post, ma ora torniamo al respiro...

I polmoni, per semplificare, dobbiamo immaginarli come una pompa per la bicicletta: quando il pistone sale, l'aria viene inspirata, quando scende l'aria viene espirata.

Immaginate ora che, per la fretta, il pistone non riesce a fare tutta la corsa, l'aria inspirata e quella espirata non sarà l'intera capacità possibile della pompa, teniamo inoltre conto che la nostra pompa chiamata "polmoni" è calibrata per poter ossigenare il sangue in maniera corretta.

Pare chiaro che questa situazione determina quantomeno la mancata ossigenazione del sangue, comportando il fatto che perlomeno l'invecchiamento accelera così come il rallentamento del rinnovamento cellulare.

In poche parole se respiriamo troppo in fretta rispetto alla nostra attuale necessità, rischiamo di invecchiare prima, oltre che ad una iperventilazione, all'acceleramento di possibili necrosi, a ricadute nelle malattie, e vari altri sintomi.

Nella respirazione sono coinvolti oltre ai polmoni anche altri organi quali il diaframma, la trachea, naso, laringe e bocca....

Oggi che siamo presi da mille frenesie ci siamo dimenticati perfino come si respira, ma alcune pratiche di respirazione provenienti dal mondo dal mondo della meditazione Taoista potrebbero aiutarci.

Prima degli esercizi è doveroso che vi leggiate le "AVVERTENZE" qui a fianco.


Il primo esercizio viene chiamato "osservazione del respiro":
Semplicemente fermiamoci un attimo e proviamo a percepire meglio come respiriamo, proviamo a capire di quanto i polmoni si riempiono, come il diaframma ci aiuta a respirare, prendiamo coscienza del funzionamento della nostra respirazione e poniamoci la domanda di: quanto respiriamo?
Respiriamo completamente inspirando in maniera da assorbire abbastanza aria per ossigenare i nostri polmoni?
Espiriamo in maniera completa così da espellere l'aria cattiva?
Qual'è la posizione del nostro busto al fine di aumentare in maniera naturale e senza forzare la quantità di aria che immettiamo nei nostri polmoni, e per espellere bene l'aria cattiva?
Proviamo a tirare indietro le spalle come cambia il respiro?
Come ci sentiamo?
Per caso proviamo sensazioni diverse e se si quali?
Meditiamo un attimo su quello che abbiamo provato e cerchiamo di sentirci il meglio possibile......
Che ne dite? Funziona? Come vi sentite? Datemi i vostri commenti, saranno utili anche a me!

Ora iniziamo con un secondo esercizio, questa volta con un po' di cautela, se soffrite di sangue dal naso è meglio che lo facciate senza forzare troppo.... ma niente paura, nulla di eccezionale, se potete soffiarvi il naso potete fare anche questo esercizio (prima leggete tutto e poi fate):
Spingete per tre volte l'aria fuori dal naso come quando vi soffiate il naso, questi tre piccoli colpetti di aria dal naso devono essere rapidi e brevi, e dovreste sentire l'aria che esce dal naso, fatto questo esercizio ponetevi la domanda, ora come me lo sento il naso? Mi sono reso conto che il naso è importante per inspirare? Ora inspirate dal naso ed espirate dalla bocca.... e quando vi accorgerete di inspirare dalla bocca rifate questo esercizio..... e ritornerete a respirare correttamente.
I medici che si occupano del respiro (pneumologi) dicono che il corretto modo di respirare è: inspirare dal naso ed espirare dalla bocca, questo perché il naso è un naturale filtro, mentre dalla bocca, non essendoci filtri è meglio espirare.

Ora un ultimo esercizio, ma prima la spiegazione:
Un altro problema riguardante il respiro è il fatto che i nostri polmoni, quando siamo sotto stress, non riescono completamente ad espandersi a causa dell'irrigidimento del diaframma (il muscolo che facilita la respirazione).
Questo ultimo esercizio sfrutta la capacità funzionale sia dei polmoni che del diaframma, quindi se hai patologie o problemi di respirazione evita questo esercizio:
Parte iniziale: Prima di tutto espiriamo portando il diaframma a spingere il più possibile fuori l'aria, vi capiterà di sentire la pancia contrarsi, allora avete ben iniziato l'esercizio!
Punto 1: Ora che tutta l'aria cattiva è fuori inspiriamo dal naso lentamente, profondamente e cerchiamo di far entrare l'aria fino alla parte bassa dei polmoni sentiremo la pancia gonfiarsi, poi i polmoni e continuate fintanto che sentirete i vostri sazi.
Punto 2: Tratteniamo per massimo 3 secondi il fiato
Punto 3: E poi inspiriamo ancora finché i nostri polmoni non diranno basta sempre lentamente
Punto 4: Tratteniamo per massimo 3 secondi il fiato
Punto 5: Espiriamo dalla bocca portando il diaframma a spingere il più possibile fuori l'aria sempre lentamente
Punto 6: Tratteniamo per massimo 3 secondi il fiato 
Punto 7: E poi espiriamo ancora finché i nostri polmoni non diranno basta sempre lentamente
Punto 8: Tratteniamo per massimo 3 secondi il fiato
Punto 9: Ripetete per altre due volte dal "Punto 1"

I vecchi taoisti tenevano tre monetine nella mano, e ad ogni respirazione lanciavano una monetina in una tazza, tenendo così il conto delle respirazioni

Finito l'esercizio come vi siete sentiti? Quali emozioni, sensazioni avete provato?
Le prime volte potreste sentire come se i polmoni si espandessero all'infinito, chi fuma gli verrà da tossire.... ma niente paura, se siete stati accorti e avete seguito le avvertenze sempre presenti al lato del post nessun problema!

Ed ora? Com'è il vostro respiro?

Le immagini sono di wikipedia, belle no? Allora sosteniamola!

Bene, fatemi sapere come è andata con questi esercizi se li provate, ok?

giovedì 18 novembre 2010

Eustress: Quando lo stress è più che utile

Nel post precedente mi sono dilungato molto su quello che è lo stress in special modo lo stress cattivo, ovvero il distress.
In questo post invece vorrei approfondire lo stress "buono" ovvero l'eustress.

L'eustress si manifesta nel momento in cui ci troviamo di fronte ad un problema e riusciamo prima o dopo a trovare e scegliere la soluzione più attinente all'ambiente che ci circonda.



Se vediamo lo schema a sinistra e lo analizziamo scopriamo un po' di cose:

  • Per ogni problema che incontriamo nella vita è importante trovare sempre più di una soluzione
  • Trovare più soluzioni è una risorsa solo nel momento che abbiamo un metodo per scegliere la soluzione che pare la più idonea



La cosa ancora più interessante è la relazione tra tempo per trovare una soluzione e stress:


Quindi da quanto detto finora, la maniera per vivere cercando di entrare in eustress quando si affronta la vita, si può riassumere nei seguenti punti:
  1. La capacità di trovare più soluzioni ad un problema
  2. La capacità di scegliere la soluzione più idonea
  3. La capacità di fare queste cose nel minor tempo possibile
Ora: esistono tecniche per acquisire queste capacità nel più breve tempo possibile?

Di questo ambito si occupa quella disciplina chiamata Problem Solving.
Il Problem Solving è una disciplina nata dall'incontro della Psicologia, Managment, Metodi di produzione, Economia, Ingegneria, Intelligenze artificiali, ecc.

Proviamo a riprendere i 3 punti precedenti secondo il Problem Solving:
  1. La soluzione esiste sempre e comunque e se non esiste non è (attualmente) un problema
  2. Per il Problem Solving la capcità di scegliere la soluzione più idonea ad un problema, si configura come un problema, e quindi si ritorna al punto 1 della precedente lista
  3. La velocità di trovare soluzioni dipende da quante soluzioni simili si sono dovute trovare per problemi simili
Quindi :
  1. I problemi senza soluzioni non sono problemi (attualmente risolvibili)
  2. La soluzione è sempre simile a soluzioni precedentemente trovate
  3. La quantità di tempo per trovare una soluzione ad un qualsiasi problema è statisticamente inversamente proporzionale alla quantità di problemi fino ad ora risolti
In pratica: per non cadere in distress ed affrontare i problemi con l'eustress bisogna "esercitarsi" a risolvere problemi

Detto questo, e messo da parte (forse riprenderò il Problem Solving in un futuro post), proviamo a vedere la relazione tra stress e tempo di permanenza in fase di eustress

Quindi un'altra necessità è quella di:
  • O rimanere in eustress il meno possibile (essere bravi solutori di problemi)
  • O portare il punto di cambiamento più a destra possibile ovvero aumentare la propria resistenza allo stress (esercitandosi con disciplina)
  • Oltre che avere del tempo per potersi rilassare per "ricaricare le batterie"
Per ognuno di questi punti esiste un tipo di meditazione differente:
  • Per il primo esiste un tipo di meditazione chiamata "Visualizzazione" (simulare nella mente il problema con le possibili soluzioni, con i possibili risultati, ecc.)
  • Per il secondo esiste il tipo di meditazione chiamato "Verbalizzazione interna" ("io ce la faccio", "sono in grado di farlo", ecc.)
  • Nell'ultimo punto si inserisce la meditazione "statica" (presente la meditazione Zen dei film?)

Fino ad oggi abbiamo visto : la società, lo stress e le sue due facce, e quali problematiche l'uomo moderno deve affrontare tutti i giorni.

Dal prossimo post finalmente potrò dedicarmi a spiegare metodi molto pratici di meditazione, che ci possono aiutare in qualsiasi momento di difficoltà.

mercoledì 10 novembre 2010

Lo stress come il colesterolo... c'è quello buono e quello cattivo....

Nel post precedente ho parlato di stress.... ma cos' è lo stress?
In questo post voglio tentare di fare un po' il quadro della situazione.

Partiamo da una metafora: lo stress è come una molla....



Immaginate una molla in posizione di riposo.
Bene, adesso questa molla ha due proprietà quella di espansione e quella di compressione, ovvero possiamo comprimerla oppure estenderla....

Immaginiamo di comprimerla, ma se la comprimiamo troppo essa si deformerà rimanendo compressa e non ritornerà più in posizione iniziale...

Invece immaginiamo di estenderla, se la estendiamo troppo essa di stirerà e in riposo rimarrà estesa, perdendo la sua elasticità....

Le forze esterne a cui è soggetta la nostra molla/stress (in compressione o estesione) si chiamano "stressor".

Quello che pochi sanno è che il livello di stress può essere misurato fisicamente:
  • Pressione sanguigna
  • Battito cardiaco
  • Tensione muscolare
  • Conduttanza cutanea (la misura della conduttività della pelle)
  • Respirazione toracica
  • Respirazione diaframmatica
  • Livelli di cortisolo
  • Livelli di prolattina
  • Oltre a questo ci possono essere test psicologici

Il funzionameneto normale della nostra molla-stress si definisce come eustress (stress buono), mentre quando si è in eccesso di compressione o dilatazione si definisce come distress (stress cattivo).

La rappresentazione più usata per lo stress è un grafico cartesiano dove in ascissa si mette il livello di stress e in ordinata la capacità di adattamento all'ambiente (agli stressors)




Nel caso noi entrassimo in stato di distress i meccanismi di difesa psicosomatici  entrerebbero in funzione (azione di Coping) creando così una situazione circolare che farebbe celermente aumentare i livelli di stress.

Questa situazione risulterebbe utile momentaneamente in caso di distress nella parte sinistra del grafico, ma assolutamente deleterea nel caso di distress nella parte destra del grafico.





Il sistema dello stress può inoltre essere suddiviso nelle seguenti fasi :
  • Reazione di allarme: il corpo e/o la mente percepisce uno stressor
  • Fase di resistenza: automaticamente si tenta di resistere al cambiamento
  • Se si esce dai limiti dell' eustress:
    • (distress:) Si entra in una fase di disadattamento ed esaurimento rapido dell'energie, senza poterne uscire
  • altrimenti
    • (eustress:) Adattamento
  • Ritorno all'equilibrio psico-fisico


Lo stress molto spesso viene considerato come qualcosa che è prettamente nel campo mentale, ma studi ormai accreditati dimostrano che lo stress genera fisicamente degli effetti fisici sul corpo

Tutte queste attivazioni alla lunga possono generare o aggravare i seguenti malanni (e non sono tutti):
  • Problemi ormonali:
    • Serotonina: Orologio fisiologico
    • Melatonina: Sonno
    • Dopamina: Regola sensibilità al dolore/piacere
    • Noradrenalina: energia, regola glucosio e insulina
    • Cortisolo: Assimilazione carboidrati e resistenza dei capelli
  • Cardiaci:
    • Tachicardia
    • Irregolarità battito cardiaco
    • Dolore al centro del petto
    • Ipertensione
    • Infarto
  • Polmonari:
    • Asma bronchiale
    • Iperventilazione
  • Gastrointestinale:
    • Colon irritabile: diarrea, stipsi, dolori
    • Dispepsia: senso di pienezza dopo il pasto, acidità, eruttazioni, dolori
    • Ulcera gastrica/duodenale: aumento della secrezione acida nell'apparato gastrico e/o nel duodeno 
    • Morbo di Crohn
  • Endocrino 
    • Ghiandole endocrine periferiche: 
      • ghiandole surrenali: che consumano velocemente la vitamina C
      • pancreas: regolazione insulina
      • tiroide: ipo o ipertiroidismo
    • Ci sono alcuni studi che ipotizzano l'insorgenza del diabete in caso di distress prolungato
  • Uro-Genitali:
    • Eiaculazione precoce
    • Impotenza
    • Perdita del desiderio
    • In generale bassa irrorazione sangugna delle parti genitali
  • Derma:
    • Iperidrosi: eccessiva sudorazione
    • Tricotillomania: la persona si strappa i capelli
    • Prurito
  • Mentali:
    • cefalea
    • irritabilità
    • difficoltà di concentrazione
    • attacchi di panico
    • crisi di pianto
    • depressione
    • attacchi di ansia
    • disturbi del sonno
    • difficoltà ad esprimersi
    • sensazione di noia nei confronti di ogni situazione
    • cambio della voce
    • iperattività
    • confusione mentale
  • Generali:
    • Abbassamento difese immunitarie
    • Facilità ad avere malattie
  • Altro.....

Quindi poter tenere sotto controllo i livelli di stress, e avere dei metodi per uscire dal distress, almeno a livello psicologico, diventa fondamentale se non addirittura vitale.

Studi sul distress e i vari modi di uscirne sono ad oggi in continuo corso, ma fin dagli anni '70 si sono creati interi elenchi.

Riporto qui in maniera non esaustiva i metodi finora accreditati anche a livello scientifico:
  • Evitare cibi e sostanze quali:
    • Carboidrati
    • Zuccheri raffinati
    • Caffè, Te
    • Sigarette
  • Evitare modificatori dello stato ormonale come: 
    • farmaci
    • psicofarmaci
    • droghe
    • alcolici
    • tabacco
    • Rimedi naturopatici
      • Pappa reale
      • Ginseng
      • Radiola
      • Viatmina C: anche se in questo caso bisogna fare attenzione al fegato in caso di sovradosaggio
    • Fare sport
      • ma non in maniera eccessiva altrimenti si produce un eccesso di cortisolo con aumento di stress fisico
    • Sesso&coccole
      • distinto per genere:
        • Per i maschi il sesso è una valvola di sfogo che abbassa la tensione nervosa, mentre nei confronti delle coccole si comportano con estremo disinteresse
        • Per le femmine invece si perde interesse per il sesso, aumentando una ricerca di coccole che bilancerebbero le disfunzioni ormonali
    • Meditazione
      • Alleviamento sofferenza mentale
      • Produzione ormonale di compensazione
    • Altro.....

    La cosa ancora più interessante è che esistono fattori di alleviamento dello stress che derivano da fattori esterni quali ad esempio:
    • Le relazioni interpersonali
    • La famiglia
    • La società
    • Il lavoro
    • Le amicizie
    • ecc. 





    Questi fattori funzionano sia nel senso di alleviamento che di peggioramento del livello di stress, con ovvie conseguenze...





    Altra cosa da notare è che il corretto andamento dei fattori esterni come famiglia, lavoro e amicizie, funzionano bene se il nostro stress è sottocontrollo, male se siamo in pieno distress, con tutto ciò che ne comporta (litigi, incomprensioni, ecc.)


     
    Ecco spiegato perché come dicevano i detti : "piove sempre sul bagnato" !








    Un po' di bibliografia in internet:

    http://www.corriereuniv.it/cms/2008/08/stressati-per-i-test-tutta-salute/

    http://blog.sia-conseil.it/change-management-hr/2008/10/21/ripensare-i-percorsi-di-prevenzione-e-di-gestione-dello-stress/

    http://blog.iqmatrix.com/mind-map/effective-stress-management-mind-map

    http://www.psicolab.net/2006/i-processi-di-coping-nell%E2%80%99adattamento-allo-stress/

    http://www.ilmiopsicologo.it/pagine/sesso_ansia_differenze_uomini_donne.aspx

    http://it.wikipedia.org/wiki/Stress_(medicina)

    giovedì 4 novembre 2010

    La nostra società

    Se medito sulla nostra società odierna non sò se ridere o piangere.....

    Fin da quando nasciamo impariamo a competere con modelli e standard più o meno elevati,ci mettono sempre in competizione con i nostri simili, ci impongono regole più o meno logiche,ci dicono quello che dovremmo o non dovremmo fare.....

    Il bello è che la fonte di questi ordini, indicazioni, avvertimenti, allarmi ed emergenze è in realtà un insieme di enti e/o entità più o meno commerciali, pubblicitarie, o economiche.....

    La cosa ancora più tragicomica è il fatto che tutti noi sappiamo che raccontano balle:
    • I genitori raccontano balle ai figli per non farsi trovare impreparati (sia la mamma che i papà)
    • Gli insegnanti (di qualsiasi livello) raccontano balle agli allievi per non sminuire la loro mascherata di sapienza
    • I giornali raccontano balle per vendere copie
    • I politici raccontano balle per farsi eleggere
    • Gli amici raccontano balle per farsi accettare, sentirsi superiori, o dio sà quale altro motivo
    • Noi stessi ci raccontiamo balle per non aver paura...... di noi stessi......

    Insomma : in questa società la cosa più diffusa sono le balle!
    Non solo ma più balle raccontiamo, più siamo valutati socialmente.....
    E questo cosa provoca?

    Provate a immaginare un criceto col cervello elettronico che corre impazzito su una ruota continuando a elaborare informazioni senza senso......
    Gli effetti saranno interessanti :
    • Fisicamente il criceto prima o dopo fa un infarto
    • Mentalmente ne esce pazzo

    Ma questa è solo la fine, per arrivare a questo stadio prima c'è un lungo e inesorabile logoramento :

    • Fisicamente: il criceto aumenterà la sua pressione (ipertensione), quando mangerà si ingozzerà con problemi digestivi, di assimilazione dei macronutrienti, e non avrà più il tempo di selezionare il cibo, ingerendo anche parti di cibo malevolo o contaminato, il respiro reggerà fino ad un certo punto fino a che inizierà ad avere stati di iperventilazione e se non schiatta per mancanza di respiro, avrà un deficit respiratorio permanente, carenza vitaminica, disidratazione e difficoltà di drenaggio dell'acido lattico, dolori muscolari, ecc. ecc. ecc. ........ Vi ricorda nessuno?
    • Mentalmente: il criceto inizierà con lievi stati di nevrosi, per poi trasformarsi prima in patologicamente ansioso, poi, dopo lo stato di depressione, inizierà con stati paranoici, fino ad arrivare a stati d confusione mentale accomunati a mancanze di capacità mnemoniche o addirittura perdite di memoria o della funzionalità di coordinamento, di vista o dei sensi in generale...... Vi ricorda qualcuno?

    Solo dopo questi stati intermedi potrà riposare in pace..... morto......

    Vi sentite criceti o esseri umani?

    Se ancora non vi sentite criceti, immaginate che il nostro strano criceto alterni queste pazze corse, a stati di immobilità quasi completa, nel mentre ingurgita quantità di cibo assurde, bevendo ciò che trova e rimane così per parecchio tempo per poi riperendere la sua pazza corsa....

    In questi periodi il suo peso aumenterà affaticando cuore, arterie, appesantendo lo stomaco e rallentando la digestione con potenziale insorgenza di diabete e problemi al cuore.......

    Non vi sentite ancora criceti?
    Allora provate a immaginare che sempre il nostro pazzo criceto, vive in mezzo a una nuvola di micro-pulviscoli, gas di scarico e smog in generale, provocando problemi nei polmoni, trachea, ed esofago......
    Ancora non vi basta?

    Immaginate ancora che nella gabbietta ci sia sempre in sottofondo il suono di spari e rumori aggressivi 24 ore al giorno, con immagini di morte, carestia, pestilenze e guerre, e che 12-16 ore al giorno ci sia un chiasso assordante....
    Il nostro criceto (poveretto) avrà i nervi a pezzi, ipersensibile agli stimoli, apatico, incapace di sentire i propri stimoli, attenuati a causa dell'ipersollecitazione, incapace di portare in sè una qualche minima speranza di sopravvivenza......

    Insomma il nostro criceto ora è proprio uno di noi esseri umani occidentalizzati... con le nostre patologie sia fisiche che mentali.......

    Ma se dovessimo sintetizzare il tutto?

    • Per il nostro criceto : ........Fretta compulsiva a causa di induzione esterna......
    • Per noi : ........Fretta compulsiva a causa delle balle che ci raccontiamo e/o ci raccontano......

    Cosa genera questa fretta in noi, in generale?
    I medici/psicologi lo chiamano stress psicosomatico e/o distress..... (ma lo "stress" lo riprenderò più avanti in un altro post)

    Fretta ......ovvero?
    Avere una motivazione ad accelerare le proprie attività in maniera superiore a quella normalmente gestibile.....

    E quale sarebbe questa motivazione?
    La paura di morire prima di aver fatto tutto quello che pensiamo sia giusto fare (che spesso è una grande balla che ci raccontiamo allo specchio!)

    E chi ha generato questa paura di morire?
    Il sapere che esiste la morte... il sapere che primo o dopo tutti invecchiamo e muoriamo.... la paura di invecchiare.......

    Insomma la nostra società è una società di vecchi che ha una paura maledetta di invecchiare, e per questo corre impazzita come lemmings dentro la bara.... un direttissimo per il cimitero....
    ALLEGRIA!!!!

    Provo a fare un riassunto fino a qui:
    La nostra società è frenetica e fallimentare perché tenuta e mantenuta da uomini e donne che hanno paura di invecchiare, e spingono sull'acceleratore di tutti (creando motivazioni alla fretta) per riuscire ad ottenere per sé risultati più o meno realistici, spesso non fattibili, miraggi inutili e spesso dannosi per sé e gli altri ....
    che bello..... mi sento più sollevato ora...... mmmm.... si..... come no!

    come combattere questo "modus vivendi"?

    Sapendo dire di no.......no a cosa?
    No a coloro che vorrebbero metterci sotto, a quelli che ci eleggono a loro capi per non prendere decisioni, no a chi ci stimola all'acquisto, all'emergenza, all'allarme, no a chi ci vuole propinare le loro verità supreme, no a chi ci racconta la balla che per lavorare devi avere esperienza, essere giovane, bella/o, laureato/a, figlia/o, moglie, marito di .... ecc.
    Dire no.... difficile ma non impossibile.....

    Accettare....accettare cosa?
    Che si è bassi o alti, giovani o vecchi, sani o malati, laureati o diplomati, con o senza esperienza... insomma accettare sé stessi per come si è ...... in pratica avere un'autostima....
    (Questa da quel che ho potuto vedere è più facile per gli uomini che non per le donne)

    Calmarsi....in che senso?
    Affrettarsi senza fretta, avanzare guardando dove si mettono i piedi, pensare a quello che si fà.... in poche parole contare fino a 30 e fare tre lunghi respiri......

    e se agli altri non và bene? ..... la mia risposta è : VADANO A FANCULO! (è diventato pure di moda con Grillo& !)

    ....e poi? E poi sapendo sorridere anche delle critiche malevole che ci vengono fatte....e migliorarsi in continuazione, lentamente, costantemente, ma per ora su questo mi fermo......ne parlerò più avanti.....

    sabato 30 ottobre 2010

    Un po' della mia storia.....

    Pur avendo una formazione molto tecnica e pragmatica (Informatica, elettronica e telecomunicazioni), nella mia vita mi sono sempre interessato alle questioni del "non sensibile" come filosofia, teologia, e tutto ciò che riguardava l'essere umano nella sua spiritualità oltre che nel suo comportamento.

    Nella mia vita ho avuto la sfortuna di incontrare persone povere di spirito, sedicenti "maestri" interessati più ai portafogli dei clienti che alla divulgazione di un pensiero, di una modalità di vita o di esistenza, bravi nelle parole ma nei fatti facevano l'esatto contrario di ciò che predicavano....

    In compenso ho avuto anche la grande fortuna di aver incontrato anche veri e propri maestri, che, rimanendo umili nel loro atteggiamento e pragmatici nel loro comportamento, mi hanno insegnato quella sobrietà nel trattare le questioni del "non sensibile" che molto si avvicina a quella filosofia scarna e affascinante che proviene dal profondo Giappone, quella Zen tanto vituperata in occidente e che oggi, in una società in crisi profonda di esistenza, sembra essere l'unica via a quella cosa tanto agognata chiamata felicità.

    Alla fine una cosa ho imparato: che coloro che si fanno chiamare maestri, spesso sono buffoni gonfi di orgoglio, incapaci di una qualsiasi autocritica, convinti di avere una o più verità a cui tutti si devono sottomettere tranne loro, convinti che chi critica le loro idee sia un 'perdente', spesso accusano della pagliuzza nell'occhio altrui, senza accorgersi della loro trave infilata in quel posto dove non batte il sole.

    Chi si occupa di questioni legate al "non sensibile" accusa spesso la scienza di miopia, non accorgendosi che in realtà la scienza deriva semplicemente da quella epistemologia e gnoseologia da cui derivano anche tutte le filosofie più o meno "new-age" che in questo pazzo occidente nascono, corrono o passano.

    La scienza quindi non è nemica dei concetti del "non-sensibile", al contrario, la scienza cerca solo di razionalizzare e minimizzare le problematiche a cui si incorre imbattendosi nell'analisi, la comprensione e la riproducibilità di quelle pratiche che fino a pochi anni fa erano considerate inconsistenti, come ad esempio l'agopuntura, pratica che oggi viene sperimentata come terapia del dolore negli ospedali più avanzati e tecnologizzati del mondo (anche in Italia), e i cui effetti solo ora iniziano ad essere classificati e analizzati dal metodo scientifico medico.

    Mi occupo di meditazione e molti mi parlano di questa pratica come di qualcosa di esoterico..... mai considerazione fu più lontana dal vero!
    La Meditazione è una pratica già in parte classificata sia in ambito psichiatrico che psicologico, i suoi effetti sul corpo e sulla mente sono ormai inseriti nei manuali scientifici, e in alcune terapie viene addirittura consigliata per migliorare malattie o addirittura per qui casi dove farmaci come morfina e in generale oppiacei non fanno più effetto, o non possono essere usati.

    Se da una parte mi sono sempre occupato delle filosofie che hanno considerato la meditazione, dall'altra ho iniziato da un po' di tempo, a occuparmi delle scienze (psicologia, psichiatria, e pedagogia) che si sono prodigate a individuare in questa pratica le basi scientifiche e individuare le potenzialità, oltre che addirittura come migliorarne l'efficacia.

    Ai vari corsi di meditazione che mi sono trovato a partecipare, spesso mi sono trovato di fronte a sedicenti maestri che né dal punto di vista filosofico, né dal punto di vista scientifico erano minimamente preparati.... per non parlare poi della loro capacità di insegnamento di questa pratica...

    Rare volte ho terminato i corsi, in quanto spesso si arrivavano a considerazioni quantomeno di parte.... l' unico percorso che ho terminato è stato quello di Reiki Usui, mentre per le mie conoscenze sulle pratiche di meditazione taoista, ho appreso di più dall'osservazione e disquisizione con vecchi cinesi, offrendogli del vino in cambio, che non dai prezzolati maestri occidentali o occidentalizzati.

    Se qualcuno mi chiedesse se sono cattolico la risposta è no, se mi si chiede se sono cristiano la risposta è che ritengo Gesù importante più per ciò che ha detto e fatto, non per chi era figlio..... alle "raccomandazioni" preferisco non credere.....
    Di sicuro credo nell'esistenza di qualcosa di superiore, dargli un nome può essere utile nelle disquisizioni, non certo nella fede.....
    Alla fine il Taoismo di matrice filosofica è forse la cosa che più si avvicina alla mia considerazione di quell'entità nominalizzata in occidente col nome Dio.

    La cosa buffa è che ultimamente ho letto che i primi gesuiti (Matteo Ricci ivicompreso, 1552-1610) arrivati in Cina e Giappone, scrissero al Papa descrivendo come un popolo che non aveva mai conosciuto Gesù, fossero arrivati a livelli teologici molto vicini a quelli occidentali, e che le misure etiche e morali erano talmente simili che identificarono nel nome del mitico Fu Xi (uno dei fondatori della linea filosofica taoista) come Noè, o al massimo un suo figlio, individuando nel Taoismo una religione legata a doppio filo alle religione abramitiche.... buffo.... oggi sappiamo che non è vero.... ma la dice lunga .......

    Tornando alla meditazione molti mi chiedono quale scuola è la migliore..... anche qui sorrido..... la meditazione è come la cucina.... ogni paese ha la propria, ogni persona ha il suo segreto per fare un buon piatto.... di sicuro non esiste in oriente, o medio-oriente scuole di pura meditazione, la meditazione in questi posti è come l'olio, c'è ovunque ma è funzionale ad altro, in oriente è molto usata per le arti marziali, in medio oriente nella linea sufica dell'islam per raggiungere Allah..... la cosa paradossale è che anche i cristiani hanno la loro meditazione ... e si chiama "preghiera".........

    Detto questo concludo dicendo : imparate un modo e poi personalizzatevelo secondo ciò che avete imparato......