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giovedì 16 dicembre 2010

Archetipo: un soggetto di meditazioni interessante

La parola archetipo è stata usata in molti campi, e spesso viene abusata da quel ramo della new-age che tratta delle entità percepibili ma non sensibili come ad esempio angeli, fantasmi, ecc. cioè tutto quello soggetto alla nostra percezione ma che non è rilevabile tramite i nostri sensi.

In realtà la parola archetipo ha un significato ben preciso ma per arrivarci dobbiamo provare a mettere insieme le varie prospettive e vedere se esso può avere a che fare con la meditazione o una sua pratica.

Partiamo dall'etimologia della parola archetipo:
- Archè vuol dire originale
- Tipo può significare immagine, modello, marchio, esemplare, ecc.


Detto questo vediamo in campo filosofico:
In filosofia un arhcetipo è una forma prima, primitiva, originale di pensiero, sia della sua forma che del suo contenuto, in pratica dato un pensiero primo (o indivisibile), esso è un archetipo se non è derivabile in tutto o in sua parte da altri pensieri... pura teoretica... ma potrebbe essere utile...


In ambito delle scienze della comunicazione:
Nell'ambito letterario e in generale dei mass-media (giornali, tv, internet, ecc.) un archetipo è una tipologia ad esempio di personaggio, come ad esempio l'eroe, l'antieroe, il cattivo, ecc.



In sociologia :
Un archetipo è un determinato comportamento che viene inquadrato in una o più categorie, ad esempio il ribelle, l'allievo modello, il genio, lo stupido, il diplomatico, il timido, ecc.
 
Vediamo in psicologia e più precisamente in psicoanalisi:
Carl G. Jung e il gruppo di psicoanalisti che lo seguirono, si addentrarono nella psiche umana e dovendo definire le idee innate le chiamarono archetipi.
La connotazione più interessante di un archetipo per Jung e il suo gruppo, è il fatto della loro connotazione emotiva.
In pratica un archetipo è un'idea con connotazione emotiva, probabilmente in parte derivata da eventi emotivi che acquisiscono connotazione anche simbolica, in più esso ha una parte conscia e una inconscia.

Detto questo proviamo a tirare le somme: cos'è un archetipo?
Un archetipo è un'idea che ha nella mente forma sensibile (simbolica) con contenuto emotivamente significativo, che è connesso ad un certo tipo di comportamento, e può essere riconosciuto da un gruppo di persone ed è connotato da un nome (nominalizzato)

Un archetipo ha quindi:
  • Nome
  • Emozione
  • Può essere rappresentato secondo i 5 sensi (Visivo, Uditivo, Olfattivo, Gustativo, Cenestetico)
  • Ha una componente conscia e una inconscia
  • Un comportamento associato
  • Un riconoscimento socio-antropologico (riconosciuto da un numero più o meno limitato di persone)

Bene ... a questo punto cosa centrano gli archetipi con la meditazione?
Abbiamo visto che i soggetti della meditazione possono essere anche aspetti cognitivi (post mappe), inoltre la meditazione permette di andare in profondità, facendo fuoriuscire anche emozioni o sensazioni che precedentemente erano inconsci (post respiro) oltre che meditare sul sensibile può essere utile per espandere le proprie capacità (post visualizzazione)

In pratica la meditazione si fonda su aspetti archetipali aiutandoci a comprenderci e migliorarci, migliorando quindi la nostra capacità di interpretazione, oltre che di sè anche degli altri.

Veniamo ora agli esercizi (come al solito vi invito prima a leggere le avvertenze scritte qui a fianco del post):

Esercizio 1: Meditazioni sugli archetipi infantili
Molti archetipi si creano nell'infanzia, dai genitori, dai fumetti, dalla tv, e dalle persone che in quel periodo ci circondavano.
Provate a pensare ad esempio al cartone animato che vi piaceva di più, qual'era il personaggio che più vi piaceva?
Cosa vi piaceva di lui/lei? Perchè?
Qual'era il suo comportamento?
Cosa c'è di lui/lei in voi?
Quale emozioni sentite ancora nei confronti di quel personaggio?
Che affinità esiste ad oggi tra il vostro comportamento e il suo?
A cosa vi serviva quel personaggio? Cosa vi ha insegnato? Vi serve ancora? Ha ancora qualcosa da insegnarvi? e se si cosa?
Domanda difficile : qual' è il riferimento comportamentale, ideale ed emotivo che rappresentava? ed ora?



Esercizio 2: Meditazione sul proprio destino
Il destino che cos'è se non un archetipo?
Come vi vedete tra 5 anni, tra 10 anni? tra 20 o 30 anni?
Quali sarano le cose costanti e quelle variabili di voi e del vostro carattere?
Come vi sentirete in quel periodo della vostra vita? Perchè? Per quale evento?
Domanda difficile: quali sono i simboli emotivi e quindi archetipali ricorrenti nella vostra vita e che saranno presenti anche nel futuro? E cosa determinano questi simboli nella vostra relazione con l'ambiente circostante?
Ricordatevi che la relazione con l'ambiente determina la risposta dell'ambiente stesso....


Esercizio 3: Disegnini in libertà.... 
Quando siamo annoiati e abbiamo un foglio di carta davanti e una penna facciamo spesso disegnini apparentemente senza senso ma in realtà è il nostro non-conscio che emerge...
Proviamo a fare questo esercizio:
Prendiamo un foglio di carta e una penna, chiudiamo gli occhi, respiriamo a fondo e iniziamo a fare disegnini che ci vengono appoggiando la penna, non dobbiamo sforzarci ma solo lasciare che la penna faccia segni sulla carta.
Quando siamo sazi di segni appoggiamo la penna.
Ora guardiamo quello che abbiamo fatto....
Che emozioni ci suscitano? Che idee o pensieri ci vengono in mente? Qual'è la sensazione che ci suscitano?
Scrivete le risposte su un foglio, il giorno dopo fate la stessa analisi e confrontate le risposte del giorno prima, quali le differenze, quali le somiglianze?

Bene con gli archetipi finisco qui anche se ci sarebbero da scrivere 200 libri sull'argomento... ma non vorrei annoiarvi.
Spero che anche questo post vi sia piaciuto come i precedenti.
Saluti!
 

giovedì 9 dicembre 2010

Mappe della mente: la meditazione con carta e penna!

Un altro post per sfatare il mito della meditazione come pratica "mistica":
La meditazione la si può attuare anche tramite carta e penna.
La prima cosa che ci potrebbe indurre nel contrario è l'associazione che ci hanno inculcato sullo scrivere e il concetto della prosa e dai testi greci e romani.

In oriente la scrittura di tipo ideografico ha sempre avuto una stretta correlazione con la meditazione.
Un ideogramma infatti rappresenta un concetto o una idea, il senso di quell'idea viene modificato o trasformato da altri segni aggiuntivi, o da ideogrammi successivi; in questa maniera la scrittura si trasforma in una mappa, la cui interpretazione la trasforma in significato.

In giappone la cosa addirittura si estremizza in quanto anche il tipo di segno grafico rappresenta il concetto stesso, questo ha creato il concetto di calligrafia giapponese detta anche shodo.




Un maniera efficace di meditare usando carta e penna (senza conoscere il giapponese o il cinese) è meditare disegnando schemi.
La psicologia, l'informatica e le altre materie scientifiche recenti, hanno scoperto un modo di usare la scrittura che facilitano la concettualizzazione e quindi la meditazione: la creazione di grafi.

Esistono inoltre grafi appositamente studiati per la esplicitazione e comprensione immediata di concetti ed espressioni personali e mentali.

Grafi Mentali:
  • Flow-chart
  • Mappe mentali
  • Mappe concettuali
I flow chart

I flow chart o diagrammi di flusso sono diagrammi che aiutano a rappresentare algoritmi.
Per algoritmi si intendono sequenze di azioni e scelte atte a risolvere problemi.
Come già esplicitato in precedenti post, la capacità di risolvere un problema è paragonabile se non equivalente alla capacità di gestire stress anche notevoli.
Ma approfondiamo il diagramma in questione.

Ci sono 5 fondamentali blocchi grafici:
  • Start: Inizio del processo

  • End: Fine del processo

  • Elaborate: Blocco di elaborazione

  • I/O: Blocco di acquisizione o esplicitazione delle informazioni detto anche di Input/Output

  • If: Blocco di test si/no, vero/falso


Un esempio potrebbe essere:




che molto semplicemente descrive la situazione in cui alla mattina suona la sveglia e bisogna capire se alzarsi dal letto oppure no....

Esercizio con i flow chart

Un esercizio dove poter congiungere la meditazione e i flow chart potrebbe essere tra le tante la seguente:
  1. Prendete un bel foglio di carta e una penna che scrive bene
  2. Rilassatevi e iniziate a pensare ad una volta in cui avete trovato una soluzione ad un problema
  3. Iniziate a scrivere sul foglio il blocco Start
  4. Scrivete uno dopo l'altro i passaggi che vi hanno portato alla soluzione del problema usando i blocchi Elaborate, I/O, IF
  5. Quando sentite che l'intero sistema di soluzione è stato descritto apponete il blocco End

Ora avete il vostro primo flow-chart, osservatelo, cambiereste qualcosa? Descrive esattamente ciò che avete fatto per risolvere la situazione?
Se no, evidenziate in rosso la parte che non vi aggrada, provate a prendere un'altro foglio di carta e ri-cominciate pensando, e rilassandovi, focalizzandovi con molta cura sulla parte che secondo voi deve essere rappresentata meglio.

questo esercizio potrebbe essere rappresentato in questa maniera con il flow-chart:




Le mappe mentali
Le mappe mentali sono rappresentazioni della conoscenza studiate da Tony Buzan fin dagli anni '60 e '70

Le mappe mentali, se fatte bene sono autoesplicative
(scarica la mappa con salva con nome, e analizzala bene)



Esercizio con le mappe mentali:

  1. Focalizzarsi su un argomento riferito a sè stessi
  2. Descriverlo tramite una mappa mentale
  3. Trovare nella mappa i punti deboli e quelli forti
  4. Come sanare i punti deboli e valorizzare quelli forti? 
  5. Scrivetelo come parte della mappa

Risulta più semplice migliorarsi così, o no?

Le mappe concettuali

Nel modello delle mappe concettuali :

  • La mappa si sviluppa a partire da un concetto iniziale, non radicandosi in esso
  • La logica di realizzazione è di tipo connessionista
  • Le relazioni tra i nodi sono orientate e devono essere esplicitate attraverso ad esempio verbi e connettivi.
  • La relazione tra due concetti costituisce una proposizione.
  • L’ insieme della mappa ha una struttura di significato che è data da concetti, relazioni, proposizioni.
  • Se le relazioni non sono esplicitate la mappa perde di significato.


Esercizio con le mappe concettuali
  1. Prendete la mappa mentale che avete costruito precedentemente  
  2. Provate a considerare tutti i nodi come concetti
  3. Trovate possibili relazioni tra questi concetti
  4. Eliminate quei concetti che paiono ridondanti e/o superflui
  5. Provate ad estendere la mappa concettuale tentando di esplicitare in particolar modo come sanare i punti deboli e valorizzare quelli forti
Bravi!
Avete appeno meditato in maniera molto approfondita su come migliorarvi!
Era così difficile?      Non penso...
Alla prossima!

giovedì 2 dicembre 2010

La visualizzazione: la tecnica dei bambini e dei geni

Benvenuti,
Dopo il post precedente sul respiro questa volta vorrei portarvi a considerare un altro strumento utile cioè la "visualizzazione".
Questo post l'ho suddiviso in parti tentando di creare una scheda sufficientemente completa di questa tecnica per iniziare a comprenderla.

Un po' di storia:
Questa capacità pare fosse di grandi del passato come ad esempio Leonardo, Michelangelo, e più recentemente Einstein e Von Neumann.

In occidente fino a qualche secolo fa era una capacità innata di pochi, i quali o venivano bruciati sul rogo (es.: Giordano Bruno) o diventavano famosi inventori o artisti, oggi invece è quasi una caratteristica obbligatoria per tutti coloro che hanno da fare con una creazione qualsiasi, dal costruire un muro, a progettare lo space shuttle.

Nel mondo orientale, specialmente in Cina e Giappone ma anche nei paesi dell'area sud-asiatica, è una capacità che veniva insegnata con le arti marziali, l'ingegneria, la medicina, la meditazione, e persino per la guerra (es. Sun Tzu).

Nel mondo sudamericano esistevano droghe e sostanze, che inducevano stati alterati di coscienza, che unita alla capacità di visualizzazione degli sciamani, provocavano "spostamenti di realtà"..... detta in maniera scientifica "allucinazioni" .... detta in maniera  sciamanica "passaggio ad altri mondi od ad altri livelli di coscienza"....
Molte di queste sostanze sono oggi presenti nei farmaci psicotropi e in alcune sostanze stupefacenti illegali...

Un po' di scienza:

La psichiatria ad oggi studia la visualizzazione con mezzi di ispezione celebrale, per comprendere quali aree del cervello vengono attivate nella memorizzazione, nella capacità inventive e di creazione.
Così facendo ha scoperto che, alcune persone che soffrono di un certo tipo di autismo, tramite la visualizzazione esatta di ciò che li circonda, riescono ad avere un quoziente intellettivo estremamente alto, queste persone vengono chiamate "savant" o "idioti sapienti".

La psicologia degli anni '60 e '70 studiò prima gli effetti delle sostanze psicotrope  usate dagli sciamani sudamericani, poi negli anni '80 e '90 si studiò la visualizzazione senza usare queste sostanze arrivando alle stesse conclusioni della filosofia orientale: per ottenere maggiore creatività è "sufficiente" esercizio, esercizio, esercizio
Si inizia così ad insegnare la visualizzazione agli astronauti, ai sportivi e infine anche ai politici, per poi divulgare tecniche "facili" anche per noi poveri mortali.

Cos'è :
Proviamo a partire dalla considerazione che la visualizzazione è la capacità di ricostruire e/o costruire visivamente nella mente un'immagine e/o una serie di immagini (filmati).
In pratica questa capacità è come sfruttare il cervello come un televisore o un computer con un sistema CAD.
Si basa sulla capacità del cervello di memorizzare dati visivi (immagini) per poi ricostruirli nella mente, cambiandone poi le caratteristiche (es. il colore, la forma, altro).
Come ogni capacità, essa è più o meno innata, molto sfruttata dai bambini per immaginare e sognare, ma poi, se non allenata, viene dimenticata.

Controindicazioni:
Alcuni farmaci possono alterare questa capacità, inoltre stati di depressione, ansia, a livelli cronici o non, possono indurre uno stato di incapacità nella visualizzazione.
Secondo quanto ho raccolto fino ad oggi se ne sconsiglia la pratica a chi è sottoposto a cura farmacologica con farmaci psicotropi (Psicolettici, Psicoanalettici, Psicodislettici), o chi è affetto da epilessia.
Ad oggi ho conosciuto alcuni medici specialisti nelle cure epilettiche, che hanno dovuto curare limitando la prescrizione di farmaci, che hanno insegnato specifiche tecniche di visualizzazione ai loro pazienti, ottenendo interessanti risultati, dal mondo accademico si attendono corrispettive verifiche e accreditamenti.

A cosa serve:
La visualizzazione è molto utile nella creatività e nel prevedere le conseguenze di azioni pianificate.
Tramite la visualizzazione possiamo avere un sistema di simulazione di qualsiasi cosa tramite un computer sempre aggiornato: la nostra mente!
Tramite la visualizzazione è possibile comprendere e meditare sui concetti di azione e reazione, e reinquadrarci all'interno di quel sistema complesso chiamato ambiente.
La visualizzazione infine ci permette di acquisire coscienza del nostro corpo e il suo movimento, migliorando le nostre prestazioni atletiche e/o sportive.
La visualizzazione ci permette di prevedere situazioni e poter fare scelte preventive di fornte a problemi ripetitivi abbassando così i nostri livelli di stress.

Esercizi
Per allenarsi nella visualizzazione è sufficiente fare pochi esercizi, magari tutti i giorni.

Esercizio 1:
Guardatevi intorno, trovate un oggetto specifico (di solito si inizia da un oggetto piccolo e semplice), osservatelo, studiatelo, poi chiudete gli occhi e provate a ricostruire l'immagine dell'oggetto, ci sono dettagli che vi mancano? Bene!
Aprite gli occhi e studiate ancora l'oggetto ricostruito, cercate i dettagli che vi mancavano, studiateli, poi chiudete gli occhi e provate a completare l'immagine dell'oggetto.
Se ancora non siete soddisfatti ripetete il processo di studio, analisi e ricostruzione mentale.
Alla fine avrete nella mente il vostro oggetto.
Esercizio 2:
Ricostruite nella mente un oggetto specifico e reale, poi iniziate a pensare di osservarlo da posizioni differenti, poi in movimento, e provate a farlo muovere in maniera divertente, simpatica o in qualsiasi altra maniera.
Esercizio 3:
Ricostruite nella mente un oggetto specifico e reale, poi iniziate a pensare di cambiargli il colore, la dimensione di alcuni lati, o altra caratteristica, ci riuscite? se si ok, se no, nessun problema, un bel respiro e con calma riprovate
Esercizio 4:
Ricostruite nella mente un oggetto specifico e reale, poi iniziate a pensare di cambiargli alcune caratteristiche (colore, forma) ed osservatelo in posizioni differenti mentre si muove nello spazio

Commenti finali:
Siete riusciti in questi esercizi? Quanto ci avete messo? Vi risulta semplice?
Ora un po' alla volta provate con oggetti sempre più complessi, poi provate con insiemi di oggetti e infine avrete riacquisito la capacità di immaginare interi mondi, oggetti più o meno complessi, ecc., così come facevate da bambini.
Così come si esercita la visualizzazione con immagini così la visualizzazione può essere fatta con suoni, musica, odori, sapori, sensazioni fisiche (tatto, calore, ecc.).
Si dice che Beethoven a causa della sua sordità riuscisse a comporre la musica nella sua mente.... dicesi questo processo "Visualizzazione Uditiva".
Dato che i sensi sono 5, 5 saranno i tipi di visualizzazione:
Senso -> tipo di visualizzazione
Vista -> visualizzazione visiva
Udito -> visualizzazione uditiva
Tatto -> visualizzazione tattile
Olftatto -> visualizzazione olfattiva
Gusto -> visualizzazione gustativa
Per coloro che contemporaneamente riescono a fare tutte e 5 le visualizzazioni  per lo stesso oggetto si chiama anche visualizzazione totale.
Questo tipo di visualizzazione è una capacità che permette di essere molto vicino ai molti grandi del passato, oltre che avere delle capacità creative praticamente illimitate.


Con questo per ora è tutto,
Buon esercizio!